Segnato nella vita dalla dipendenza a droga e alcool, Williams resta un pilastro della storia del cinema mondiale
Cinque anni fa Hollywood fu sconvolta dalla notizia della morte di Robin Williams. Il popolare attore, a 63 anni, si tolse la vita impiccandosi con una cintura nella sua casa californiana di Tiburon.
Poco prima del gesto, alla star sempre viva nel ricordo dei suoi figli era stata diagnosticata una grave malattia neurodegenerativa.
L’interprete del professor John Keating ne “L’attimo Fuggente” e del dottor Hunter in “Patch Adams”, premio Oscar nel 1998 per il ruolo dello psicologo di “Will Hunting – genio ribelle”, era nato a Chicago nel 1951. Eterno Peter Pan, dopo gli esordi teatrali, debuttò sul piccolo schermo con la serie tv “Mork&Mindy”.
Segnato nella vita dalla dipendenza a droga e alcool, Williams resta un pilastro della storia del cinema mondiale per la sua comicità e per la grandezza dimostrata anche in ruoli drammatici. Nota era anche la sua generosità.
Stando al documentario, la carriera di William è nata grazie al padre ma il merito è, per così dire, indiretto. L’attore, che ha iniziato con la stand-up comedy, aveva realizzato la potenza della comicità vedendo il genitore, generalmente austero e poco prono alla risata, ridere a crepapelle di fronte al comico Jonathan Winters. Da lì l’illuminazione.
A quanto pare, Williams scelse di iscriversi al corso di improvvisazione teatrale perché era l’unico corso del suo college tutto al maschile ad avere anche delle studentesse. Il teatro gli fu molto utile in carriera soprattutto durante il suo primo spettacolo a pagamento. Il microfono decise di rompersi nel bel mezzo della performance ma grazie alla voce ben allenata, l’attore non ebbe problemi a farsi sentire ugualmente.