Smarriti tra Israele e Europa, ricercati da anni e al centro di battaglie legali, documenti manoscritti inediti dello scrittore ceco Franz Kafka sono finalmente tutti riuniti alla Biblioteca nazionale di Gerusalemme.
Una vicenda del tutto kafkiana: a lasciare la collezione ad Israele come ultima volontà alla sua morte, nel 1968, era stato Max Brod, storico amico al quale Kafka malato di tubercolosi aveva chiesto di bruciare tutti i suoi scritti dopo il suo decesso, nel 1924. Una consegna che l’amico fidato di Kafka non seguì, custodendo quel tesoro senza il quale l’umanità non avrebbe conosciuto cosi’ approfonditamente l’autore di capolavori quali “Il Processo” e “La Metamorfosi”.
Ma alla morte di Brod è cominciato il giallo: sono spariti i taccuini con le esercitazioni di Kafka nella scrittura in lingua ebraica, bozze di tre romanzi, centinaia di lettere personali, diari e persino disegni.
Nel 1939 Brod, anche lui scrittore ceco ebreo, fu costretto alla fuga dai nazisti e si rifugiò a Tel Aviv, portando con sè in una valigia tutti i documenti di Kafka, contribuendo alla successiva pubblicazione di molte sue opere che altrimenti sarebbero cadute nell’oblio.
La morte di Brod segnò l’inizio del vagare dei preziosi archivi, lasciati in custodia alla sua segretaria, Esther Hoffe, alla quale aveva espressamente chiesto di recapitarli alla Libreria nazionale. Invece la donna conservò il ‘tesoro’ fino al suo decesso nel 2007 in parte nel suo appartamento di Tel Aviv ma anche in altri posti segreti sia in Israele che in Svizzera.
Nel 1988 la Hoffe vendette il manoscritto di “Il Processo” per 2 milioni di dollari. Alla morte della donna, la Biblioteca nazionale chiese alle figlie di rispettare le ultime volontà di Brod consegnando i manoscritti ma si rifiutarono.
Nel 2008 cominciò una battaglia legale durata 11 anni, con la Corte Suprema israeliana che ordinò il recupero dei testi, dando il via ufficiale alle ricerche. Nel corso degli anni alcuni sono stati rinvenuti in cassaforte di banche in Israele e in Svizzera mentre altri si trovavano in un frigo in disuso nell’appartamento della segretaria a Tel Aviv, nel quale i gatti avevano graffiato e fatto la pipi’ su diversi documenti, danneggiandoli gravemente.
Nel 2013 due cittadini israeliani nella cittadina tedesca di Marbach contattarono gli Archivi letterari di Germania, affermando essere in possesso di documenti di Brod mai pubblicati, ritrovati dalla polizia tedesca e poi spediti in Israele. L’ultima consegna, sbloccata da una sentenza di una corte svizzera dello scorso maggio, è appena arrivata a Gerusalemme: contiene anche disegni di Kafka, conservati per decenni in cripte della banca svizzera Usb a Zurigo.
“Ora la collezione e’ completa grazie a una commovente cooperazione”, ha dichiarato Stefan Litt, curatore della Biblioteca nazionale, sottolineando che “senza Max Brod non avremmo mai saputo veramente chi fosse Kafka”. I preziosi testi inediti e schizzi non saranno messi on-line ma conservati per la consultazione in loco.