Claudia Sarritzu ci parla di “Parole Avanti, Femminismo del terzo millennio”, il suo saggio vincitore del Premio Giuditta.
Con un titolo che dice già molto dell’opera, “Parole avanti, femminismo del terzo millennio” è un saggio semplice e diretto, ma con un messaggio profondo e adatto a tutti.
Nel suo libro, Claudia Sarritzu mette in mostra una serie di problemi e discriminazioni che la nostra società si porta dietro da tempo immemore e, con la sua prosa dinamica da giornalista, li attacca. Questa battaglia contro il maschilismo, ci fa capire da subito l’autrice, non può essere combattuta con le “mani”, bensì col dialogo, con le “parole”, che Sarritzu non si fa problemi a mettere avanti.
Ma il saggio vuole anche istruire i lettori sulla storia del movimento e lo fa con delle vere e proprie pillole di storia femminista. Sarritzu ricorda così le vecchie conquiste del movimento, sempre tenendo a mente quanto sia possibile perderle, fino ad arrivare al “Femminismo del terzo millennio”, seconda parte del titolo, in cui uomini e donne si devono unire per far fronte ad una società che non beneficia nessuno.
E proprio agli “Uomini femministi” è dedicato il libro, che però sono solo una parte del suo target più importante. La scrittura leggera, quasi più vicina ad una chiacchierata, dell’autrice non può che risultare di facile lettura per i più giovani, che secondo Sarritzu rappresentano la speranza più grande del nostro Paese e del mondo intero.
Fra interviste a femministe e non di più parti del mondo e la succitata prosa, non stupisce che “Parole avanti” si sia aggiudicato un premio Giuditta, tanto meno il rispetto dei suoi lettori che, dopo averlo finito, non possono fare a meno di stupirsi della velocità con cui sono arrivati all’ultima pagina.
Tutto questo e molto altro nell’intervista che segue. Buon ascolto.