La Rivoluzione! Gli ultimi appuntamenti della 17esima edizione del festival multidisciplinare organizzato dal Teatro del Sale.
Ultimi appuntamenti del festival “L’Isola del teatro & l’Isola raccontata” organizzato dal Teatro del Sale di Cagliari a Fluminimaggiore che ha per tema quest’anno la Rivoluzione. Spettacoli teatrali, concerti, incontri letterari e percorsi narrativi hanno finora caratterizzato il ricchissimo carnet del programma della rassegna che per la prima volta ha aperto nuove pagine della sua attività nel Sulcis, dal 25 agosto al 1 settembre, dopo il successo dell’anteprima del 19 agosto con la Famiglia Mirabella, applaudita da oltre 400 persone.
“RIVOLUZIONE!” è il fil rouge che lega gli appuntamenti di questa edizione e nelle precedenti giornate sono stati lasciati piccoli semi di rivoluzione dai generosi artisti ospiti del Festival. Dalle note della nuova cancion cilena, con cui un sorprendente Marco Colonna ha sapientemente incorniciato le rovine dell’antico mulino del paese, al filo azzurro con cui gli attori de La Capretta di Maria (Il Crogiuolo) hanno legato i piccoli, e grandi, spettatori rapiti dall’omaggio a Maria Lai di Rita Atzeri, dal fiume di parole di Davide Catinari e di segni svelati dal vivo da Gildo Atzori, in Periferie dell’Infinito, rivoluzionario racconto di Catinari, di straordinarie dipendenze e finte libertà, al solo apparentemente svogliato Fabio Marceddu in Emergenze Varie (Teatro dallarmadio, fresco vincitore del Festival della Resistenza) che ha invitato gli spettatori del bellissimo Anfiteatro al Risveglio, al Restauro dei vecchi edifici, e della Memoria, alla Rivoluzione, appunto, fino alla presentazione del libro di Emanuele Pittoni, “Marmaglia”, edizioni Castelvecchi, e alla musica del Nahui Olin Quartet, una formazione inedita che ha affascinato il pubblico dell’Anfiteatro del Parco Riola con un connubio sonoro intrigante unito alla scommessa di rivisitare, in chiave strumentale, alcune canzoni popolari centroamericane.
GLI APPUNTAMENTI DI SABATO 31 AGOSTO E DOMENICA 1 SETTEMBRE
Sabato 31 agosto il Festival si sposta al Tempio di Antas che diventa scenario magnifico per il Corto teatrale (durata 15’) Il Leviatano, della Compagnia Nero Teatro, vincitore del Concorso Giardini Aperti 2019 Città di Cagliari Arte e Natura 2019 – XI Festival En plein air. A seguire, alle 20, ITIS Galileo, spettacolo tratto dall’omonimo recital di Marco Paolini dal Teatro D’inverno Alghero, con l’adattamento e la regia di Giuseppe Ligios e l’interpretazione di Gianfranco Corona. “Da adesso un minuto di rivoluzione, via!”. Comincia così lo spettacolo o, per meglio dire, il viaggio che il pubblico si appresta ad affrontare attraverso l’intera vita di Galileo Galilei. “ITIS Sta per Istituto tecnico industriale statale, come dire non prendiamoci troppo sul serio!” ed è così che vengono affrontati i primi passi nella scuola, le primissime scoperte, ma anche il suo lato umano, il carattere controverso e rivoluzionario, la sua unica storia d’amore, il cannocchiale gli scontri con i colleghi e con la chiesa cattolica, fino alla nefasta ora dell’abiura. In un percorso guidato si cerca di mostrare l’attualità del pensiero di Galileo, un uomo fuori dagli schemi, che ama andare contro la statica ideologia che la conoscenza si fermi ai greci e ad Aristotele, ma anzi che sia l’alba di una nuova era, dove ci si appresta a vedere una guerra che non viene combattuta da eserciti contrapposti, ma da due schieramenti che si confrontano non con le armi, in un dialogo appunto sopra due massimi sistemi, scienza e fede.
Sempre il 31 agosto, alle 22, al Parco Riola, accanto alle rovine del Vecchio Mulino, vicino al fiume, il “Dopocena letterario” propone il primo studio a leggio di “Se fa male non è amore”, di Montse Barderi (URRA Feltrinelli). È un recital, prodotto da BAM Teatro e dal Teatro del Sale di Cagliari e portato in scena da Aurora Simeone, tratto dal saggio della scrittrice e filosofa catalana, un manuale dedicato a tutti coloro che vivono all’insegna del “soffro ma non mollo!”. L’autrice propone una riflessione a trecentosessanta gradi sull’amore, e su tutto quello che amore non è, incluse le pericolose derive dei comportamenti negativi e dei rapporti “tossici”.
Non ci sono ricette sicure per trovare il vero amore: amare ed essere amati, così come amare senza essere ricambiati, dipende in buona misura dalla sorte. E tuttavia non è utile restare passivi di fronte a essa: è necessario, piuttosto, imparare a guardare in faccia il sentimento d’amore, specie quando ci rende immuni al senso di realtà o ai segnali d’allarme provenienti da relazioni pericolose. Montse Barderi senza alcuna concessione alla banalità, con grande senso pratico e un punto di vista originale che mescola psicologia e filosofia, suggerisce come liberarsi di rapporti e comportamenti nocivi e trovare un nuovo modo di interagire con se stessi, preludio alla costruzione di relazioni d’amore sane e durature. Lasciarsi alle spalle un cattivo amore può essere l’occasione per iniziare una nuova vita e crescere come individui. Ripartire insomma, cominciando da piccole rivoluzioni dentro di noi.
Domenica 1 settembre, chiuderà il Festival l’attore piemontese Andrea Bosca. In scena all’Anfiteatro del Parco Riola, Bosca presenterà un secondo studio del nuovo lavoro su “La luna e i falò” di Cesare Pavese, che debutterà in forma definitiva a gennaio 2020, in occasione dei 70 anni dalla pubblicazione del romanzo. Il rapporto con lo scrittore è più di una fascinazione e di mille coincidenze tessute insieme. “Sono nato a Canelli, nelle Langhe”, dice Bosca. “Conosco a memoria tutti i luoghi raccontati dal romanzo. Mi sono rifugiato anche io su quelle colline, tutte le volte che la testa mi scoppiava o sentivo di non capire qualcosa. Conosco l’aria, i noccioli, le strade, i rumori, il letto del fiume, le storie di guerra e resistenza che quel luogo non ha mai dimenticato, le finestre delle case e la Gaminella, dove la vigna scoppia tra il sole e il sottosuolo. Tra i miei ricordi di bambino, mio nonno con in mano quel libro. E poi tutta una vita fin qui, fin quasi all’età di Anguilla – protagonista del racconto – a pensare di portarlo in scena. È una scelta difficile, perché è un viaggio nella memoria e nel passato, dove tutto ciò di cui si parla è già accaduto. Mi viene in mente – ricorda ancora Bosca – la bella citazione di Luis Borges: da sempre gli uomini raccontano di due storie. Quella di un uomo che torna dopo mille peregrinazioni, alla terra e alla casa del padre, Ulisse, e quella di un uomo nato sotto il regno di Erode, Gesù: tutte le storie successive sono rifacimenti dell’una o dell’altra”. Il lavoro, che debutterà a gennaio 2020 al Teatro Alfieri di Asti, per la regia di Paolo Briguglia, è prodotto da BAM teatro. “Quanto propongo a Fluminimaggiore”, precisa Bosca, “è un secondo studio che ho derivato dalla citazione ‘titanica’ dal Re Lear di Shakespeare: ‘ripeness is all’, ovvero, la maturità è tutto, che Pavese usa come dedica al romanzo. Una scala di memorie e di stimoli al lavoro, che inquadra e ricorda anche un preciso periodo storico, insieme alla poderosa materia raccolta in 32 capitoli che fa del romanzo di Pavese un’opera di grande valore contemporaneo. Mai come in questo momento, sentiamo il bisogno di parlare di argomenti che ancora ci riguardano: identità, bene comune, fratellanza, senso di appartenenza ad una comunità più ampia”.
Grazie alla preziosa collaborazione con la Start-uno, cooperativa che cura l’Ufficio Turistico di Fluminimaggiore e il Tempio di Antas, oltre alle indimenticabili escursioni proposte da guide qualificate, il programma del Festival è arricchito da alcune escursioni e passeggiate studiate apposta per la pagina dei PERCORSI oltre agli aperitivi proposti con prodotti locali, nel giardino del Museo Etnografico, affacciato sul fiume, in occasione degli incontri con gli autori de L’isola del Teatro & l’isola raccontata.
PERCHÉ LA RASSEGNA A FLUMINIMAGGIORE
Per il 2019, il Teatro del Sale ha scelto di aggiungere una nuova isola all’arcipelago di paesi “esplorati” in diciassette anni di festival: Fluminimaggiore. L’amministrazione comunale del centro del Sulcis, guidata dal sindaco Marco Corrias (giornalista e scrittore), ha scelto di promuovere in modo innovativo il proprio territorio puntando sul turismo culturale, esperienziale e sportivo e che intende “Combattere lo spopolamento facendo del proprio paese una residenza diffusa per gli over 65 di tutta Europa”. Assistenza sanitaria 24 ore al giorno, mezzi dedicati per gite, ma anche per le commissioni, tutto compreso in una retta mensile che si vuole fissare in massimo 300 euro. Un progetto che mira ad aprire e valorizzare il Paese a nuovi cittadini, e contestualmente favorire il rientro anche dei giovani emigrati, laureati e pronti a gestire i servizi necessari al nuovo corso di Fluminimaggiore. Anche questa è rivoluzione!