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Turismo: l’Italia nella ‘Top 10’ dei paesi con la migliore offerta

L’Italia è nella Top 10 dei paesi al mondo con la miglior offerta turistica, secondo l’ultimo studio del World Economic Forum.

Il Bel Paese si piazza infatti all’ottavo posto nella classifica globale, che vede in vetta la Spagna, seguita sul podio da Francia e Germania. L’Italia nella Top 10.

Ma cosa rende queste destinazioni così attraenti per i visitatori?

Il report ha preso in considerazione 90 indicatori che permettono di analizzare i quattro principali aspetti dell’offerta turistica: l‘ambiente, le condizioni politiche ed economiche, infrastrutture e risorse culturali e naturali. Il contesto italiano poco favorevole alle imprese e la scarsa competitività dei prezzi sono gli aspetti che maggiormente frenano la penisola.

Nel caso della Spagna capolista, la sua popolarità è rafforzata da una classifica di livello mondiale nelle risorse naturali e culturali – dalle sue città vibranti alle spiagge assolate e da un variegato programma culturale.

Secondo il ‘rapporto’ l’industria dei viaggi e del turismo contribuisce per il 5% al ​​PIL complessivo della Spagna, una cifra che sembra destinata ad aumentare nel prossimo decennio mentre la classe media globale – in particolare in regioni come l’Asia – continua a crescere.

In effetti, i viaggi e il turismo come industria globale sono fioriti dall’ultima relazione del 2017 e il suo contributo al PIL globale (attualmente al 10%) dovrebbe aumentare del 50% nel prossimo decennio. Allo stesso tempo, una delle principali scoperte del rapporto di quest’anno è stata che la crescita delle infrastrutture a favore del turismo – strade, porti, aeroporti e strutture alberghiere, ad esempio – è lenta, solo dell’1,4%.

“L’aumento del turismo sta portando grandi benefici a molte economie, ma deve essere gestito correttamente sia dai responsabili politici che dalle imprese per un futuro sostenibile”, afferma Christoph Wolff, Head of Mobility, World Economic Forum.

Un esempio è la baia scenica in Thailandia resa popolare dal film The Beach, che ora è stata chiusa a seguito di estesi danni ecologici ai coralli, all’acqua di mare e alla vita delle piante.

A Barcellona, ​​l’afflusso annuale di visitatori – 32 milioni contro i 1,2 milioni di residenti della città – ha causato un sentimento anti-turistico tra i locali. La concorrenza per l’alloggio ha aumentato i prezzi degli immobili votati più al turismo che alla richiesta interna e la folla ha travolto le aree costiere della città, accelerando in alcuni casi l’erosione delle coste.

Per queste destinazioni e altrove, è fondamentale imparare a gestire il flusso di persone. Il rapporto suggerisce vari modi per farlo, come incoraggiare i visitatori a venire in orari non di punta, consultare i residenti in merito alle decisioni politiche relative al turismo e addebitare ai visitatori una tassa per l’ingresso, come è già accaduto a Venezia.

Dall’altra parte del mondo, la Nuova Zelanda e l’isola di Palau hanno persino fatto la mossa coraggiosa di chiedere ai nuovi arrivati ​​di firmare un impegno ecologico al fine di salvaguardare i loro ecosistemi combattuti.

Ma una delle strategie più importanti delineate da questo ultimo rapporto di viaggi e turismo è incentrata sulle infrastrutture. Il modo più sicuro per un paese di beneficiare della sua industria turistica, spiega, è investire in infrastrutture che tengano conto delle esigenze dei residenti locali e dei visitatori.

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