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Intervista a “Setak”: «Il Premio Parodi? È un grande onore»

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Intervista a "Setak": «Il Premio Parodi? È un grande onore»
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Setak alias Nicola Pomponi, in gara al Premio Parodi 2019, si racconta ai microfoni di Unica Radio

Setak, pseudonimo di Nicola Pomponi, – «la scelta del nome deriva da un soprannome di famiglia; nei Paesi, soprattutto da noi, si usa dare dei soprannomi alle famiglie e siccome il mio trisavolo faceva il setacciaro, cioè costruiva il setaccio, lo strumento che veniva utilizzato per filtrare la farina, il soprannome è dato da quello, “lu setacciar”», ci racconta – è un chitarrista e cantautore di origini abruzzesi. Entrato a far parte dei dieci finalisti del Premio Andrea Parodi 2019, ha partecipato a questa XII edizione di festival – svoltosi all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari Pierluigi da Palestrina dal 10 al 12 ottobre – portando “Marije” e reinterpretando il brano di Andrea Parodi “Pandela“.

Musicista eclettico, Setak è cresciuto a “pane e musica”: inizia a suonare la chitarra dall’età di sei anni sotto la guida del maestro Vincenzo Tartaglia. Nel 2004 si ritaglia uno spazio nella scena musicale romana. Entra quindi a far parte dei “Greenwich”, vincitori di Musicultura nel 2008; nello stesso anno, dopo aver vinto anche un contest a Milano, apriranno alcune date del tour di Luciano Ligabue.

Prima volta al Premio Parodi, per Setak, che ci confessa: « è un vero onore per me essere qui a condividere questo importante evento di stampo internazionale con tanti grandi artisti».

Setak è un artista solido, forse l’unico cantautore in senso stretto e soprattutto nell’accezione più classica del termine, in gara al Parodi, che canta in abruzzese e che regala una versione di Pandela particolarmente gradita, tanto da valergli la menzione “miglior cover di Andrea Parodi”.

ASCOLTA L’INTERVISTA

About Giulia Sanna

Nasce a Cagliari nell'ottobre del 1990. Consegue la maturità scientifica e si laurea in giurisprudenza. Da giurista pentita decide di cambiare le sue sorti e tenta di avvicinarsi al mondo della comunicazione, che da sempre la affascina e la appassiona. Le esperienze all'estero, a Parigi prima e a Londra poi, la aiutano a capire che la vita è veramente troppo breve per sprecarla a fare qualcosa che non dà stimoli e anzi demolisce la nostra curiosità e il nostro amore per la stessa. Un breve workshop di giornalismo a Roma, indetto da The Post Internazionale con la partecipazione di Limes, suggella per sempre questa sua convinzione e la condanna al precariato eterno. Amante della satira oltre ogni misura e della comicità dissacrante. Viaggia, legge, scrive, corre, mangia e ride. Mai contemporaneamente. Crede nel potere della musica terapeutica.

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