Nove titoli in cartellone da novembre ad aprile – tra brillanti commedie e favole “nere, storie di sport e un moderno “bestiario”, ritratti di famiglia e acrobatici virtuosismi per affrontare temi di scottante attualità con la leggerezza dell’ironia e un pizzico di poesia
Si alza il sipario sulla Stagione de La Grande Prosa & Teatro Circo 2019-2020 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna al Cine/Teatro di Olbia con il patrocinio e il sostegno del Comune di Olbia, della Regione Sardegna e del MiBACT e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Nove titoli in cartellone da novembre ad aprile tra classici del Novecento e “degustazioni ad alto tasso di comicità” nello stile del nouveau cirque, trasposizioni di celebri novelle e racconti e testi contemporanei con protagonisti del calibro di Lucia Poli, Andrea Giordana e Galatea Ranzi, Romina Mondello e Fabio Sartor, Roberto Ciufoli e Benedicta Boccoli, Le Lucide Tiziana Troja e Michela Sale Musio e Jacopo Cullin. Sotto i riflettori anche il cantastorie siciliano Mario Incudine e due fantastici clown e acrobati come Alessandro Vallin e Stefano Locati per una stagione che intreccia teatro e cinema, musica e letteratura – da Henry James a Jordi Vallejo, da Charles Perrault a Furio Bordon – per raccontare tra ironia e dramma il complicato gioco delle umane passioni in un vivace affresco della società di oggi e di ieri.
Focus su temi di scottante attualità – dalle discriminazioni di genere alla tragedia dei femminicidi, dalla solitudine della vecchiaia in una civiltà fondata sull’immagine e sul mito dell’eterna giovinezza all’evoluzione, o involuzione, della famiglia, ai conflitti generazionali, dalle domande cruciali sul valore del denaro e il senso dell’amicizia agli effetti collaterali dell’avvento delle nuove tecnologie e dei social media tra amori e tradimenti in versione 2.0.
Spazio anche ai grandi campioni dello sport e alle variazioni sull’arte culinaria in una programmazione attenta ai nuovi linguaggi e alle “contaminazioni” e interazioni tra le arti con proposte variegate e davvero “per tutti i gusti” – da un delizioso bestiario alla perdita dell’innocenza.
Ouverture con brio giovedì 28 novembre alle 21 con “La conosci Giulia?” – produzione di LucidoSottile lo spettacolo firmato Giulia Giornaliste Sardegna in collaborazione con il Corecom Sardegna, con Le Lucide (Michela Sale Musio e Tiziana Troja) e Cristina Maccioni, Angelo Trofa, Leonardo Tomasi, Vanessa Podda, Valentina Fadda, Ambra Pintore, Federico Valenti, Diego Milia, Tanya&Mara, Kor Vocal Ensemble e la voce di Elio Turno Arthemalle. Una pièce originale sul ruolo delle donne nel giornalismo e nella società, un viaggio nel mondo delle redazioni attraverso le testimonianze di Susi Ronchi, Roberta Celot, Serena Schiffini, Alessandra Addari, Daniela Paba, Daniela Pinna e Mara Cinquepalmi, con drammaturgia di Tiziana Troja (sua anche la regia) e Vito Biolchini, per mettere l’accento su stereotipi e pregiudizi, sul modo corretto o meno di trattare le notizie sui mass media e sull’urgenza di un rivoluzione culturale alle soglie del terzo millennio.
Nel segno del nouveau cirque che sposa teatro, danza e arti circensi con “Le Sommelier” di e con Alessandro Vallin e Stefano Locati per la regia di Philip Radice (produzione Freakclown) mercoledì 11 dicembre alle 21: un omaggio alla tradizione enologica e alla cultura del vino tra calici e bottiglie volanti, bicchieri musicali e altri insoliti “strumenti”, giochi d’equilibrio e battute surreali per una “degustazione ad alto tasso di comicità”. Uno spettacolo raffinato e frizzante tra “numeri” acrobatici e divertenti gag per affrontare il tema affascinante della bevanda di Dioniso in una chiave insolita tra virtuosismi e magia, humour e poesia: “Il vino è il canto della terra verso il cielo” sostiene Luigi Veronelli e i due artisti interpretano a modo loro la “sacralità” e i moderni riti legati alla trasformazione del succo della vite. “Le sommelier” evoca aromi e “risonanze” che si sprigionano da bottiglie preziose in un’atmosfera ludica e spumeggiante, a tratti lirica e piena di mistero.
Dialoghi d’amore e d’ombra ne “Le Ultime Lune” di Furio Bordon, con Andrea Giordana (nel ruolo che fu di Marcello Mastroianni) e Galatea Ranzi accanto a Luchino Giordana, per la regia di Daniele Salvo: la pièce in cartellone martedì 14 gennaio alle 21 affronta il tema delicato e complesso della vecchiaia, tra i ricordi e i rimpianti di un’intera esistenza e l’enigma della fine. Un’opera struggente – premio IDI/ Istituto del Dramma Italiano 1993 per la miglior novità teatrale e Premio della Critica a Bruxelles come miglior spettacolo nel 2003 – sul ruolo degli anziani nella società e sul rapporto tra genitori e figli, tuttora di stringente attualità. Un anziano professore in procinto di trasferirsi in una casa di riposo, scelta dettata dall’orgoglio e dal desiderio di non essere di peso per il figlio, la nuora e i nipoti, sfoglia idealmente le immagini del passato e dell’antica felicità in compagnia della moglie, morta giovane tanti anni addietro, in un emozionante addio.
Una straordinaria Lucia Poli per un curioso e divertente “bestiario” moderno – lunedì 17 febbraio alle 21 – con “Animalesse” ovvero un’antologia di “storie di animali in prosa, in poesia, in musica” di cui è regista e interprete accompagnata all’organetto da Rita Tumminia, con le illustrazioni di Giuseppe Ragazzini e il disegno luci di Henry Banzi (produzione Pupi e Fresedde-Teatro di Rifredi). Un fantastico viaggio tra gatte e topastre, asine e altre “bestiole, bestiacce e bestioline” che si raccontano senza troppi pudori o censure, esprimendo il proprio pensiero e il proprio giudizio, non sempre benevolo, sull’umanità e sul mondo. Ritratti al femminile tra prosa e poesia, da Aldo Palazzeschi a Stefano Benni, da Patricia Highsmith a Leonora Carrington per un excursus nel regno degli animali e nelle trame surreali e inquietanti, satiriche e grottesche che vedono protagoniste “eroine” a quattro o più zampe, in una prospettiva capovolta e interessante sulla realtà.
Un intrigante gioco delle parti per “Il Test” di Jordi Vallejo giovedì 27 febbraio alle 21 con Roberto Ciufoli (che firma anche la regia) e Benedicta Boccoli, Simone Colombari e Sarah Biacchi: la brillante commedia dell’artista catalano propone ai protagonisti un arduo dilemma, ovvero “Cosa preferisci: centomila euro subito o un milione fra dieci anni?”. Una cena tra amici si trasforma in un (tragicomico) momento della verità nella pièce, vincitrice del Premio Fray Luís de León 2014, perché il test sulla personalità mette a nudo caratteri, pensieri nascosti e segreti inconfessabili, facendo emergere conflitti latenti e punti di vista differenti e rischiando di cambiare per sempre la vita dei personaggi. Fin dall’inizio il pubblico è chiamato in causa per decidere a chi affidare i due ruoli maschili, così sera per sera i due attori si alterneranno, in una doppia versione dello spettacolo con esiti molto diversi, ma sempre coinvolgenti in un crescendo di pungente, quasi feroce ironia.
S’intitola “E’ inutile a dire!” il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Jacopo Cullin, in scena con Gabriele Cossu e i musicisti Matteo Gallus (violino), Andrea Lai (contrabbasso) e Riccardo Sanna (fisarmonica) giovedì 5 marzo alle 21 per una riflessione in chiave umoristica sulla fragilità delle relazioni e le crisi esistenziali nella moderna società liquida. Tra sketch e dialoghi surreali, sfilano alcuni degli “storici” personaggi nati dalla fantasia dell’artista cagliaritano, dal Signor Tonino con l’inconfondibile richiamo al figlio Roberto, a Salvatore Pilloni e Angioletto Biddi ‘e Proccu, maschere di una Sardegna in bilico fra tradizione e futuro, alle prese con nevrosi e paure tra sedute dall’analista e incontri (apparentemente) casuali. Jacopo Cullin ritorna sui palchi dell’Isola (dopo il successo de “L’uomo che comprò la luna” di Paolo Zucca, che l’aveva già diretto ne “L’arbitro” e de “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu dove recita accanto a Sergio Rubini e Ennio Fantastichini) con un nuovo lavoro teatrale – capace di far sorridere e pensare.
Storie di sport in “Olimpicamente / Pensieri, parole, opere e… campioni” con testi di Gianmarco Bachi, Sergio Ferrentino, Luca Gattuso, Antonio La Torre, Mario Mucciarelli e Flavio Stroppini interpretati da Alessandro Castellucci, Eleni Molos, Daniele Ornatelli e Michela Atzeni per la regia di Sergio Ferrentino. Sbarca in Gallura – giovedì 19 marzo alle 21 – il progetto di Fonderia Mercury che indaga nella testa degli atleti in gara, nell’istante cruciale in cui si decide l’esito della prova, la vittoria o la sconfitta, la conquista di una medaglia o di un nuovo record. Un racconto in soggettiva, attraverso lo sguardo o meglio le riflessioni dei protagonisti, in una frazione di secondo che li separa dal traguardo o dal podio. “Audiostories”, concepite espressamente per l’oralità e l’ascolto, nell’intreccio di suoni e voci, per un’epopea moderna in cui il gesto agonistico diventa il simbolo di una fusione di mente e corpo, un atto di potenza e bellezza, un felice esempio di compiuta armonia.
Riflettori puntati su Romina Mondello e Fabio Sartor, protagonisti lunedì 6 aprile alle 21 di “Giro di Vite” di Henry James con adattamento e regia di Giancarlo Marinelli (Ghione Produzioni): la celebre novella “gotica” dello scrittore newyorkese, tra apparizioni di fantasmi e misteri domestici descrive la fine dell’innocenza. La pièce sulla vicenda di due bambini orfani, fratello e sorella, che lo zio affida a un’istitutrice, decisa a difenderli dall’influsso del male, offre lo spunto per indagare sulle presenze sovrannaturali che taluni avvertono intorno a sé: “gli spettri esistono solo per chi li vede. Sono solo suoi. Angeli custodi delle nostre tenebre individuali” sottolinea il regista. Una trama enigmatica, più volte portata sul grande schermo, da “The Innocents” di Jack Clayton a “The Others” di Alejandro Amenábar, in cui realtà e immaginazione si confondono, mentre riaffiorano echi di torbide passioni che si riverberano sui fanciulli, sul filo della suspence, fino all’ultimo coup de théâtre.
Suggellerà la Stagione di Olbia – mercoledì 22 aprile alle 21 – “Barbablù” di Costanza Di Quattro con l’attore e cantante siciliano Mario Incudine, che firma anche le musiche, eseguite dal vivo da Antonio Vasta, per la regia di Moni Ovadia (produzione Teatro Carcano / Centro d’Arte Contemporanea). La favola nera trascritta da Charles Perrault ispira l’inedito monologo, dal punto di vista dell’assassino: Barbablù si mette a nudo, ripercorre le ferite dell’infanzia, il dolore di un bambino non amato, ma anche le delusioni d’amore, in un flusso di coscienza, un delirio di “lucida follia”. Una storia vera diventata leggenda, gli efferati delitti di un uomo sfrenato, archetipo inquietante di brutalità maschile, “amante infaticabile” ma eternamente insoddisfatto che sacrifica le proprie spose nella ricerca di un ideale, inventando per loro perfidi tranelli, rivive sulla scena nell’interpretazione del poliedrico artista, moderno cantastorie, in un intreccio di parole e note, tra verità e invenzione (e l’inevitabile richiamo alle cronache contemporanee).
La Stagione 2019/20 de La Grande Prosa & Teatro Circo al Cine/Teatro Olbia di Olbia è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiBACT / Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla Cultura e Beni Culturali del Comune di Olbia con il prezioso contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.