Riccardo Marchegiani è il giovane fotografo italiano che ha ricevuto il premio per la fotografia
Di ritorno da Londra, dove il 15 ottobre ha ricevuto il prestigioso premio Wildlife Photographer 2019 grazie allo scatto “Early riser”, Riccardo Marchegiani sembra avere le idee chiare, anche se ha appena 18 anni.
Figlio unico e al quinto anno del liceo classico “Carlo Rinaldini” di Ancona, Riccardo condivide con il padre Roberto la passione per la fotografia. Il giovane anconetano, però, vuole proseguire i suoi studi: attualmente si dice indeciso tra medicina e ingegneria. In ogni modo, la fotografia lo accompagnerà per sempre – “anche se part-time”- tra workshop e viaggi di gruppo con altri amanti di quest’arte.
Lo scatto che ti ha fatto vincere il Wildlife Photographer si chiama “Early riser” e rappresenta un esemplare di scimmia Gelada, con cucciolo al seguito, nel parco nazionale dei monti Simien (Etiopia). Si tratta di una fotografia nata casualmente?
Riccardo afferma: “È stata pensata, ce l’avevo in mente. Anche se, devo confessarlo, ha stupito anche a me trovarmi davanti un esemplare che portava in grembo il suo cucciolo. Da lì lo scatto è partito. In ogni modo noi, intendo mio padre, un amico ed io, siamo andati in Etiopia per immortalare situazioni proprio come questa. Conosciamo l’ambientazione spettacolare che quella terra sa regalare. Lì le montagne si elevano fino a 4mila metri su vallate straordinarie. Sapevamo della presenza delle Gelada, le scimmie endemiche del luogo. Ogni mattina salgono sulle cime per poi ridiscendere verso sera. Siamo saliti su quei promontori all’alba proprio per immortalare la loro salita”.
A quando risale l’istantanea?
“Al mio primo viaggio in Etiopia, avevo poco più di 16 anni. Ero con mio papà e un amico, anche lui fotografo. Il periodo era fine agosto e inizio settembre. La scelta non è casuale. Quelle settimane cadono nel pieno della stagione umida, quando le nuvole e la nebbia riescono a regalare situazioni uniche”.
Prevedi di tornare in Etiopia?
“Sì, tra poco riparto, per la terza volta, per tenere un workshop fotografico insieme a mio papà. L’anno prossimo, invece, insieme a un gruppo di fotografi. Ci stiamo organizzando”.
Invece, per quanto riguarda il premio, come hai reagito una volta scoperto di aver vinto?
“Ero e sono tuttora molto felice. Ne ho vinti altri di concorsi, questo premio però, dal punto di vista della fotografia naturalistica, è senza dubbio il più importante. È stato un po’ come vincere un oscar”.
Come è la stata la cerimonia di premiazione di martedì scorso?
“Un’esperienza unica. Non sono mai stato ad una premiazione simile. La cerimonia si è tenuta al National History Museum di Londra, nella sala che ospita il famoso scheletro di megalodonte. Un ambiente incredibile ed elegante. Tutto era perfetto, dalla cena alla location e alle foto premiate”.
E tuo papà, anche lui fotografo, cosa pensa di questa tua passione e dei tuoi successi?
“È contento di questo mio amore. Anche lui vive e conosce bene questo mondo, quello del WildLife. Ha vinto molti concorsi, non ancora però il premio che invece ho ricevuto io a Londra. Ovviamente gli piacerebbe averlo però in questo è rimasto felice che sia stato io a portare a casa questo riconoscimento internazionale”.
Vorrebbe che facessi della fotografia un lavoro?
“Non necessariamente. Preferisce che scelga autonomamente come costruire il mio futuro. Tra l’altro io non mi occupo di ritratti. E al giorno d’oggi i fotografi professionisti campano grazie a servizi che realizzano ad esempio durante eventi mondani, matrimoni e sfilate oppure, appunto, realizzando ritratti. Il mio genere invece è WildLife e paesaggi che non pagano a meno che tu a tempo pieno non ti impegni in viaggi fotografici e workshop”.
Tu conti di realizzarne in futuro?
“Sì, l’idea è quella. In ogni caso, sarà un lavoro secondario”.
Quali progetti hai per il futuro?
“Non penso che la fotografia sarà il mio lavoro principale. Sicuramente, però, la sfrutterò per viaggiare in compagnia e realizzare workshop fotografici: si potrebbe dire, un lavoro part-time. Oppure rimarrà un semplice hobby, un’arte cui dedicarmi nel tempo libero. Ora mi concentrerò per terminare i miei studi classici. Il prossimo anno, poi mi iscriverò all’università. Ad oggi sono indeciso tra medicina e ingegneria ma le possibilità sono tante. Mi prenderò ancora un po’ di tempo per decidere”.
Da Londra torni ad Ancona tra i banchi di scuola. Quali sono i prossimi impegni scolastici?
“Devo recuperare le lezioni perse mentre ero in Inghilterra. Ora sto studiando per la prossima verifica di matematica”.
Sei uno studente modello?
“Ho ottimi voti. L’anno scorso avevo la media dello 8e mezzo e qualche 9. Non ho mai avuto problemi a scuola. Insomma, me la sono sempre cavata”.