La campagna di scavo è stata avviata martedì 1 ottobre 2019. Il cantiere resterà aperto al pubblico durante i lavori degli archeologi.
Il recinto delle feste, scavato tra il 1929 e il 1931 da Antonio Taramelli, è definito da Giovanni Lilliu come un luogo dedicato alla collettività. Dopo gli interventi degli ultimi decenni da parte di Ercole Contu e Fulvia lo Schiavo, grazie ad un contributo statale nell’ambito dei fondi a valere sulla ripartizione della quota dell’8 per mille dell’IRPEF a diretta gestione statale per l’anno 2016, è stato possibile programmare l’inizio di una prima campagna di indagine al fine di conservare, valorizzare e salvaguardare tutta l’area.
La campagna di scavo, che interessa l’intero villaggio di Santa Vittoria, è iniziata il primo ottobre del 2019 per un importo di 110.000 euro, grazie ad un progetto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna che interesserà varie aree archeologiche della Sardegna.
L’area archeologica di Santa Vittoria di Serri si trova all’estremità sud-occidentale della Giara di Serri, in un’area di oltre venti ettari, solo in parte riportata alla luce a partire dal 1907 grazie alle prime campagne di scavo ad opera dall’archeologo Antonio Taramelli. Dagli studi è emerso che tale sito archeologico abbia goduto di una continuità insediativa, dal periodo nuragico fino all’età medievale, e può essere considerato un grosso e strategico centro religioso, con ampia valenza storico-culturale e artistica.
Tra le novità della campagna di scavo vi è il cantiere archeologico aperto al pubblico: curiosi, turisti e comunità locale potranno così vedere gli archeologi al lavoro.