World Press Photo

World Press Photo torna in Sardegba

Per il secondo anno consecutivo la Sardegna accoglie la mostra World Press Photo, il concorso più autorevole nell’ambito del foto-giornalismo mondiale

L’esposizione, organizzata da Jannas, partner ufficiale della Fondazione World Press Photo, avrà residenza a Gavoi (Nu), Ex Caserma, è stata inaugurata venerdì 25 ottobre alla presenza di Yi Wen Hsia curatrice e rappresentante della Fondazione World Press Photo. La mostra sarà visitabile fino al 24 Novembre.

L’iniziativa ha il contributo del Comune di Gavoi e Vigne Surrau, il Patrocinio del Distretto Culturale del Nuorese e il sostegno di Aeroporti di Olbia – Geasar, Bim Taloro e Unione dei Comuni di Barbagia.

La mostra itinerante, che include gli scatti vincitori – primo, secondo e terzo premio – delle categorie in concorso, parte da Amsterdam ad Aprile e raggiunge ogni anno oltre 4 milioni di visitatori in tutto il mondo, 100 le città coinvolte in un lungo viaggio che farà tappa in 45 Paesi.

World Press Photo premia le fotografie che contribuiscono a ricostruire le storie e gli avvenimenti dell’anno appena trascorso. Sono scatti che testimoniano la complessità del mondo di oggi illuminato dalla potenza e dalla immediatezza della narrazione visiva, declinati attraverso le 8 categorie in concorso: Storie di attualità, Ambiente, Notizie Generali, Spot news, Natura, Ritratti, Sport e Progetti a lungo termine.

A questa edizione, la 62ma, hanno partecipato 4,783 fotoreporter e giornalisti di varie agenzie di notizia e testate editoriali internazionali per un totale di 78,801 immagini. Dopo un lungo processo di selezione, una giuria indipendente, presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione National Geographic –contenuti visivi – ha nominato i 43 i finalisti, di cui 14 donne, provenienti da 25 differenti paesi: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Ungheria, Iran, Italia, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Filippine, Portogallo, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Syria, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, e Venezuela.

I premipiù importanti, la foto dell’anno – World Press Photo of the Year e il reportage dell’anno, World Press Photo Story of the Year – riconoscimento introdotto quest’anno – sono stati assegnati rispettivamente a John Moore (USA) e Pieter Ten Hooper (Olanda). Entrambi hanno documentato i problemi delle migrazioni negli Stati Uniti. John Moore, World Press Photo of the Year, ha vinto con la foto che ritrae la bambina dell’Honduras, Yanela Sanchez, che piange mentre lei e sua madre, Sandra Sanchez, vengono prese in custodia dagli agenti al confine tra il Messico e gli Stati Uniti.

World Press Photo

Questa immagine, pubblicata dalle maggiori testate di informazione mondiali, è diventata l’emblema della separazione dei minori e della politica anti-immigrazione e “tolleranza zero” adottata dall’amministrazione Trump.

Pieter Ten Hooper ha invece vinto il World Press Photo Story of the Year, con un reportage sulla carovana di migliaia di migranti partita nei mesi di ottobre e novembre dal centro America e diretta verso negli Stati Uniti. La carovana, partita da San Pedro Sula, Honduras, con il diffondersi della notizia, ha attirato persone provenienti anche da Nicaragua, El Salvador e Guatemala. Carovane di migranti si dirigono verso il confine con gli Stati Uniti ogni anno, ma secondo le agenzie delle Nazioni Unite questa è la più numerosa di tutti i tempi, con ben 7000 viaggiatori, di cui almeno 2300 bambini. I migranti hanno affrontato un viaggio estenuante, percorrendo ogni giorno circa 30 km a piedi, spesso con temperature superiori ai 30 °C.

Tra le altre fotografie, numerose sono le immagini che raccontano le crisi umanitarie e ambientali, i conflitti e la sofferenza di popoli lontani e vicini, la violazione dei diritti umani, e del diritto di stampa ed espressione. Sono storie di denuncia ma anche storie di resilienza, di speranza, di rinascita e di celebrazione della diversità.

Tra i vincitori anche tre italiani: Marco Gualazzini, ha ricevuto il primo premio, categoria Ambiente per un lavoro sulla crisi umanitaria e ambientale nel Ciad; Lorenzo Tugnoli ha vinto il primo premio nella categoria Notizie Generali – Storie, con un reportage che racconta la tragedia umanitaria in Yemen. Entrambi, Tugnoli e Gualazzini sono stati anche finalisti di World Press Photo Story of the year, premio poi assegnato a Pieter Ten Hooper. Infine, Daniele Volpe, si è assicurato il secondo premio, foto singole, categoria Notizie Generali, con una foto che documenta la distruzione causata dall’eruzione del vulcano Fuego a San Miguel Los Lotes in Guatemala.

World Press Photo

World Press Photo ci pone davanti alla complessità del mondo odierno e sollecita l’importanza del confronto e della conoscenza di una società ormai globale, perciò meritano attenzione e una collettiva riflessione.

L’organizzazione in particolare raccomanda la visione della mostra agli studenti e alle scuole, e offre un percorso di visita guidata per le classi degli Istituti di Istruzione Superiore. Visto l’alta adesione all’iniziativa, si suggerisce di richiedere al più presto la prenotazione per poter usufruire del servizio (info@jannas.eu) e garantire ai proprio studenti l’esperienza formativa della mostra World Press Photo.

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JANNAS è un’impresa culturale, offre servizi e consulenze per realizzare progetti indirizzati a promuovere e vivacizzare i territori, insieme alla valorizzazione e gestione delle sue risorse. Si rivolge a enti pubblici e aziende private ai quali intende mettere a disposizione il proprio sistema di conoscenze e competenze per elaborare azioni sinergiche dirette a incidere sullo sviluppo locale di territori periferici e con meno opportunità di crescita. In quest’ottica ha individuato, nella mostra fotografica World Press Photo, un grande attrattore culturale che potrà catalizzare l’attenzione e la partecipazione di un vasto pubblico esterno al territorio, favorendo l’arricchimento dell’offerta turistica del territorio e allo stesso tempo vitalizzando un luogo contraddistinto da un forte senso identitario, ma aperto al mondo, la Barbagia.

About Simone Mascia

Nato a Torino e trasferitosi a Cagliari, intraprende la sua carriera universitaria studiando Scienze della Comunicazione. Sin da bambino coltiva la sua passione per la scrittura e, crescendo, nota la bellezza e l'importanza della comunicazione in tutte le sue sfaccettature.

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