La stagione autunnale si apre con la coproduzione italo-rumena “Hotel Miramare”: appuntamento domenica 3 novembre alle 18 al TsE di Cagliari
Al via la stagione autunnale organizzata da Cada Die Teatro. Una Stagione Nomade, questo il titolo scelto per la rassegna 2019 della storica compagnia cagliaritana diretta da Giancarlo Biffi, che si svolgerà fra i mesi di novembre e dicembre. Sarà il Teatro TsE di via Quintino Sella, a Cagliari, a ospitare, domenica 3 novembre alle 18, il primo appuntamento, HOTEL MIRAMARE, una coproduzione internazionale italo-rumena targata Catalyst (Firenze) e TAM Teatrul (Sfantu Gheorghe).
Il testo e la regia dello spettacolo sono di Riccardo Rombi, sul palco gli attori Aleksandrina I. Costea, Elena Popa, Rosario Campisi, Francesco Franzosi (assistente alla regia e traduzione: Ulpia Marcela Popa;direttore di scena: Lidia Baciu;luci: Siani Bruchi, Martino Lega, Bako Zsigmond, Barbuj Zoltán).
Tre turisti armati di coupon e gadget da viaggio al seguito di una guida con tailleur e foularino rosso al collo per un tour culturale bizzarro e inconsueto: questo, in sintesi, il plot della messa in scena. In un futuro immaginario non meglio precisato, ma neanche troppo lontano, i partecipanti a una gita organizzata vengono portati a visitare un edificio ormai desueto e dimenticato. “Lo chiamavano ‘teatro’, laggiù seduto stava il ‘pubblico’ rigorosamente al buio e qui sul palco gli ‘attori’ recitavano gli spettacoli di Moliere, Shakespeare, Goldoni…”. “A cosa serve il teatro?”, avevano chiesto. “A vedere il mondo con altri occhi”, era stata la laconica risposta.
NOTE. HOTEL MIRAMARE scaturisce dall’esigenza di indagare, tramite un linguaggio il più possibile universale, i paradossi che attraversano rapidamente la nostra società, sempre più stravolta da crisi e cambiamenti culturali e sociali così profondi e radicali da farci perdere il contatto con la realtà e, soprattutto, con la bellezza e il senso della vita. Con una drammaturgia raffinata e intelligente, rigorosamente bilingue e senza sottotitoli (tranne che nel finale), grazie a un linguaggio essenziale lo spettacolo consente di essere compreso perfettamente da tutti. I dialoghi fluiscono in un gioco linguistico brillante e tanto profondo da far sfiorare e percepire il “buio che c’è là fuori”, senza perdere di vista il sorriso e il potere catartico dell’ironia. Hotel Miramare rappresenta una sfida provocatoria e stimolante in direzione di una ricerca di nuove modalità di fare un teatro davvero libero, anche dai propri stessi confini, rivolgendosi a un interlocutore universale e a un pubblico transgenerazionale per condurlo a riflettere sul ruolo del Teatro nella nostra vita.
LA REGIA. Quello che Riccardo Rombi ha immaginato è un mondo finto e vuoto, come il mare inesistente di fronte all’Hotel Miramare. È quello il mondo che sta al di fuori del vecchio teatro dismesso dove approdano per un “tour culturale” i quattro personaggi protagonisti di questa play, gioco, sottile e surreale, dove chi insegue la verità è costretto a rifugiarsi in quel mondo di finzione per eccellenza che è il teatro.
Un gioco metateatrale, dove la lingua italiana e la lingua romena si intrecciano in dialoghi asciutti, essenziali e ogni battuta rimbalza da un personaggio all’altro senza che si perda neanche una parola. Seguendo il filo sottile dell’ironia, Hotel Miramare ci spinge a riflettere sul ruolo del Teatro in un futuro immaginario, forse non troppo lontano. Rombi si rivolge a un interlocutore universale grazie a una ricerca linguistica e un testo essenziale che alterna italiano e rumeno creando un nuovo codice espressivo. Un progetto internazionale capace di rivolgersi a più generazioni.