In Sardegna la filiera dell’auto vacilla sotto i
colpi di crisi, abusivismo e concorrenza sleale. Dal 2015 a oggi perse
134 imprese artigiane. Matzutzi (Presidente Confartigianato): “Chi
resiste, sopravvive: giro d’affari ridotto all’osso”. La proposta per
rilanciare il comparto: detrarre le spese di manutenzione.
Continua a calare il numero delle imprese che riparano e manutengono i
veicoli in Sardegna. Tra crisi, abusivismo e concorrenza sleale, il
settore dell’autoriparazione in Sardegna, tra il 2018 e il 2019, è calato
dello 0,8%, passando da 3.034 realtà fino ad arrivare a 3.009, con
saldo finale di -25 imprese. Nell’artigianato, la situazione si rivela
molto più pesante, con il settore che è andato giù dell’1,9%,
chiudendo perdendo di fatto 47 aziende, e attestandosi su 2.408 realtà
(nel 2015 erano 2.542).
E’ questo ciò che emerge dal dossier effettuato dall’Ufficio Studi di
Confartigianato Sardegna, che ha analizzato la filiera dell’auto
nell’Isola, comparando i dati Istat e UnionCamere del secondo
trimestre 2018 e 2019.
La filiera dell’auto in Sardegna, composta da produzione, servizi e
commercio, comprensiva della fabbricazione di autoveicoli,
fabbricazione di carrozzerie, produzione parti e accessori,
fabbricazione di motociclette e del commercio, manutenzione e
riparazione di autoveicoli, può contare, come detto, su 3.009 attività
che offrono lavoro a 8.699 addetti in totale, con il settore artigiano
che rappresenta 2.408 imprese e 4.981 posti.
“Una situazione complessa, quello della manutenzione e riparazione di
autoveicoli nell’Isola – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna –un settore nel quale il ricambio
generazionale è un processo complesso e l’ingresso del comparto dei
più giovani procede, ma con qualche intoppo”.
Il comparto, in generale, in Sardegna è calato nelle province di Cagliari (-0,4%
con perdita di 5 realtà), Oristano (-1,6% e – 4 attività) e Sassari
(-1,7% e -17 unità). In aumento, al contrario, a Nuoro che chiude con
+0,2% e + 1 attività. Negativi, invece, tutti saldi relativi alle
imprese artigiane: Oristano -4,1%, Nuoro -2,2%, Sassari -2,0% e
Cagliari -1,3%. A livello nazionale il decremento artigiano registrato
è stato dell’1,4%.
“Le imprese calano e chi resiste non vede aumentare il proprio giro
d’affari – continua Matzutzi– le imprese pur di non chiudere stanno
limando all’osso i listini erodendo la parte di guadagno. Con i prezzi
assurdi dei pezzi di ricambio, per esempio le attività rischiano
sempre più di lavorare in perdita”.
Su tutto questo insiste la questione della concorrenza sleale, ovvero
dell’abusivismo. Diverse le cause di questa piaga; la crisi economica
ha generato un mercato parallelo, alimentato spesso da ex dipendenti
di aziende della Sardegna che hanno chiuso o ridimensionato il personale. Ma c’è anche un “mondo” più subdolo, quello che viene svolto in ambienti
invisibili ma molto conosciuti, attività in nero rese possibili
soprattutto per la facilità con la quale si possono reperire i mezzi
di ricambio, sia nei negozi di autoforniture che tramite internet.
“Chiediamo collaborazione e controlli in tutte quelle strutture
abusive che, oltretutto, costantemente vìolano le norme, la sicurezza
e che, in particolar modo, continuano a evadere il fisco ed essere un
peso per la collettività – invoca il Presidente di Confartigianato – e
facciamo un appello ai negozi di autoforniture per una maggiore
attenzione nella vendita dei prodotti destinati alla sicurezza dei
mezzi”.
Per combattere la crisi e sostenere il comparto, Confartigianato
rilancia la proposta di detrarre fiscalmente i costi dei tagliandi e
dei controlli. La detrazione, infatti, è un’opportunità in più per
fare fronte comune contro la crisi; il sistema auto è notoriamente
penalizzato e oggi l’auto è probabilmente il prodotto più tartassato
in assoluto, sia dal punto di vista economico che da quello
legislativo, ma è anche quello che più rispetta le tante e rigide
normative in materia di sicurezza e ambiente.
“L’idea di defiscalizzare i tagliandi di manutenzione programmati –
riprende il Presidente – che potrebbe anche essere estesa alle
riparazioni di meccanica e carrozzeria di una certa entità,
costituirebbe un importante incentivo all’economia del comparto e a
garantirebbe il mantenimento dell’efficienza del parco auto, con
evidenti, conseguenti vantaggi sulla sicurezza stradale e
sull’ambiente”.
Su tutto il settore, inoltre, grava anche la questione delle
lungaggini burocratiche legate degli incidenti stradali, ovvero alla
gestione del sinistro e al risarcimento dei danni.
Per ovviare a questa situazione, pochi giorni fa, Confartigianato Sardegna ha
presentato le “Linee Guida” per la definizione di standard minimi per
la riparazione a regola d’arte. L’obiettivo è quello di ridurre i
reclami, le perdite di tempo, e l’eccessivo contenzioso in occasione
dei risarcimenti dei danni da incidenti automobilistici, puntando ad
offrire a chi ha subìto un sinistro auto servizi di riparazione
qualificati e trasparenti, eseguiti sulla base di precise procedure di
intervento in officina e fondati su chiare regole di rendicontazione e
di liquidazione del danno.
“Come Associazione che tutela e rappresenta anche i carrozzieri della Sardegna – evidenzia Matzutzi – abbiamo ribadito i nostri punti fermi: il diritto
del danneggiato di scegliere il riparatore di fiducia, il diritto di
avere l’integrale risarcimento del danno, la possibilità di avvalersi
della cessione del credito”.
Le linee guida prevedono una semplificazione delle modalità per
ottenere il risarcimento. Il danneggiato potrà, infatti, far riparare
il veicolo dal proprio autoriparatore di fiducia, senza anticipare la
spesa. La compagnia assicuratrice, se accertata la responsabilità del
sinistro, procederà al pagamento diretto all’autoriparatore entro 15
giorni dalla ricezione della cessione del credito e della
documentazione fiscale che attesta l’intervento di riparazione.
“Sappiamo bene quanti interessi ci sono in gioco nel settore della
gestione dei sinistri – conclude il Presidente di Confartigianato Sardegna –
per questo le Linee Guida non entrano nel merito delle tariffe orarie
che sono lasciate alla libera autonomia del carrozziere, garantiscono
al consumatore la possibilità di decidere in totale autonomia il
riparatore a cui affidarsi, garantiscono trasparenza, maggior
contrasto ai sinistri fraudolenti e crescita del livello generale di
sicurezza del parco auto circolante, garantiscono la tracciabilità
totale dell’intervento di riparazione”.
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