Sono agghiaccianti i dati aggiornati sulla violenza di genere in Italia diffusi oggi dalla Polizia di Stato nel rapporto “Questo non è amore 2019” alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre.
Ogni giorno nel nostro Paese 88 donne sono vittime di atti di violenza, una ogni 15 minuti. Vittime italiane in altissima percentuale (l’80,2 per cento dei casi) con carnefici italiani nel 74 per cento dei casi. Una fotografia drammatica che non conosce distinzione di latitudine: l’aumento di vittime di reato di sesso femminile è lo stesso in Piemonte come in Sicilia.
Nell’82 per cento dei casi – raccontano i dati diffusi dalla Polizia di Stato – chi fa violenza su una donna ha le chiavi di casa. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali e a tutti i ceti economici. E nonostante i reati come il maltrattamento in famiglia siano in diminuzione, il numero delle vittime di sesso femminile è in aumento e le donne sono quasi sempre italiane come i loro autori. Tra le straniere a denunciare più di altre di aver subìto violenza sono le romene. Maltrattamenti, atti di stalking, violenze sessuali, percosse nel 60 per cento dei casi sono commessi dall’ex partner.
Per quanto riguarda l’atto di estrema violenza sulle donne, il femminicidio, il rapporto della polizia evidenzia come negli ultimi 10 anni la percentuale di uomini uccisi sia diminuita di oltre il 50%, mentre il numero di donne uccise non segue affatto lo stesso trend. Rispetto al 2018, nel periodo gennaio-agosto 2019 diminuisce del 4% anche il numero di vittime di sesso femminile sul totale degli omicidi, si passa infatti dal 38% al 34%. Nel 2019, sul totale degli omicidi ai danni donne commessi in Italia, nel 49% dei casi si è trattato di femminicidio (+12% rispetto al 2018), con vittime di nazionalità straniera nel 67% dei casi (+6% in un anno). Nel 48% dei femminicidi la donna lasciava almeno un figlio piccolo, un dato in leggero calo (-7%) rispetto al 2018. Nel 61% dei casi l’autore è il partner. Sempre nello stesso periodo, per i femminicidi sono state utilizzate armi da fuoco nel 18% dei casi, armi da taglio nel 36%, oggetti contundenti nel 27%, mentre il 18% delle vittime è stata soffocata.
Unico dato consolante del report la maggiore coscienza dei delitti subiti, una rinnovata propensione e fiducia nel denunciare: è aumentato, insomma, il numero di vittime che considerano gli atti violenti subiti un reato. Effetto, ci si augura, del codice rosso entrato in vigore ad agosto.