Teatro Massimo all’interno della programmazione congiunta di Sardegna Teatro e del festival Autunno Danza – lo spettacolo The generosity of Dorcas.
Sabato 7 dicembre alle ore 21, domenica 8 alle ore 19 al Teatro Massimo ci sarà – all’interno della programmazione congiunta di Sardegna Teatro e del festival Autunno Danza – lo spettacolo The generosity of Dorcas.
Si tratta del Solo De Danse Pour Matteo Sedda che Jan Fabre – artista belga famoso in tutto il mondo – ha costruito sul danzatore cagliaritano Matteo Sedda. Jab Fabre ama essere ispirato dai suoi “guerrieri della bellezza” per i quali, nel corso degli anni, ha creato numerosi progetti da solista, assoli di danza e monologhi di teatro. Indipendentemente dalla diversità delle performance, l’autore ha sempre inteso rendere omaggio all’interprete, avviando un dialogo intimo come fra i due complici di un crimine. Questi assoli compongono un manifesto in cui Fabre interroga il suo ruolo di artista.
Obiettivi
Con The generosity of Dorcas, Fabre vuole rendere onore alla generosità di uno dei suoi guerrieri della bellezza: Matteo Sedda, danzatore italiano che ha fatto parte del cast originale e del processo creativo di Mount Olympus/ Pour Glorifier le culte de la tragédie, performance della durata di 24 ore. Negli ultimi tre anni Matteo ha partecipato alle tournée internazionali di questa produzione, acclamata dalla critica. Il nome Dorcas si riferisce a una figura biblica che si occupa dei poveri donando e distribuendo dei vestiti. Per Fabre e Sedda questa generosità è il punto di partenza nella loro ricerca del corpo vibrante, del corpo in estasi.
Jan Fabre
Artista visivo, coreografo, regista, scrittore, Jan Fabre è da oltre vent’anni una delle personalità più rilevanti della scena europea, promotore di una ricerca artistica completa, tesa a oltrepassare con pervicace spirito di provocazione le barriere espressive e morali della contemporaneità. Matteo Sedda è un danzatore che si è formato a Milano, alla DanceHaus di Susanna Beltrami. A 21 anni si è presentato al talent televisivo Amici, con una coreografia su un brano dei Tazenda. Venne respinto con un giudizio pesante da parte di di Alessandra Celentano: “Tu di danza secondo me potrai fare ben poco”. Al momento Matteo Sedda ha una luminosa e apprezzata carriera, danza in tante piazze d’Europa, collabora con artisti alla stregua di Enzo Cosimi, Armando Lulaj, Mariah Carey (per il World Music Expo 2014) e un artista del calibro di Jan Fabre ha ritagliato una coreografia su di lui.
The generosity of Dorcas
The generosity of Dorcas, per la prima volta in Sardegna sarà al Teatro Massimo sabato 7 e domenica 8 dicembre.
Matteo Sedda così racconta cosa significa per lui essere un guerriero della bellezza e chi è Dorcas, la figura biblica di riferimento: “Il guerriero della bellezza è colui che è in continua ricerca di un regno sconosciuto, un luogo dove si perde se stessi. È colui che porta in scena le proprie battaglie di vita, mostrando al mondo le proprie debolezze, stranezze e difficoltà con orgoglio.
Distruggere la parete dell’inarrivabile che separa spettatore e performer facendo capire che siamo tutti umani.
Con Jan il tuo corpo diventa un laboratorio di sperimentazione e attraverso la ricerca ti riscopri una persona diversa da quella che credeva di essere.
Ed è ecco perché penso che tutti (o quasi) possono approcciarsi alla danza, al teatro e alla performance, ma solo pochi hanno la passione e il coraggio di attraversare lo specchio in cui guardarsi. Rompere questo specchio e fare un ulteriore salto di qualità. Trovo che ci sia quindi una differenza in un guerriero della bellezza: una consapevolezza maggiore, una capacità di adattarsi al palcoscenico inseguendo sempre una bellezza irraggiungibile, utopica.
Dorcas era una sarta che confezionava e donava le sue creazioni alle vedove del villaggio, come segno del suo amore incondizionato verso Dio. Si parla quindi di generosità, come donare qualcosa a un tuo amico, a un parente, ad un estraneo, ai poveri o nel caso del teatro donarsi all’audience. Io mi dono totalmente al pubblico come segno di amore e generosità. Donarsi non solo fisicamente e mentalmente (raggiungendo un livello di stanchezza e concentrazione elevatissimo) ma anche a livello del gesto teatrale”.