Apre uno spazio dedicato alle arti nel cuore storico di Nuoro
realizzato dalla Ilisso Edizioni, giunta al trentacinquesimo anno di attività.
SPAZIO ILISSO sarà il Museo della scultura del Novecento, con un allestimento che si articolerà nel piano terreno dell’edificio e negli ampi giardini, sempre aperti al pubblico come luogo di incontro.
Il primo piano sarà invece destinato a mostre temporanee inerenti la ricerca e le relazioni fra le arti visive, declinate nei differenti
ambiti espressivi del contemporaneo. SPAZIO ILISSO accoglierà al suo interno, rendendolo fruibile per studi e ricerche, un Archivio delle arti applicate e della fotografia. Proprio la fotografia è stata da sempre uno dei campi d’indagine privilegiati dalla Ilisso, che mette ora a disposizione
il suo archivio fotografico che conta centinaia di migliaia di immagini.
Particolare attenzione verrà riservata ai laboratori didattici che accompagneranno la programmazione museale ed espositiva.
SPAZIO ILISSO ha sede nel complesso architettonico dell’ex Casa Papandrea, abitazione nel centro storico di Nuoro dall’alto valore simbolico per la città; recuperata al nuovo uso a seguito di un lungo e accurato restauro filologico, teso a restituire alla cittadinanza uno dei suoi pochi esempi di architettura in stile Déco, espresso nel severo gusto locale.
SPAZIO ILISSO, con i suoi 500 m2 di coperto e i 600 m2 di giardino, intende divenire un polo culturale che va idealmente a coronare i trentacinque anni di attività della ILISSO EDIZIONI.
La casa editrice, con sede a Nuoro, dalla metà degli anni Ottanta ha avviato un sistematico lavoro di storicizzazione di tutta l’arte, la cultura materiale, la letteratura e le produzioni locali della Sardegna (e non solo) e attualmente sta estendendo questa ricerca all’archeologia e all’ambiente naturale. Il lavoro editoriale, sfociato in un catalogo con più di 500 titoli e 70 mostre, ha raccolto un vasto archivio fotografico e documentale dei sopracitati campi di indagine, propri della ILISSO EDIZIONI.
Prima ampia antologica sulla straordinaria attività della fotografa tedesca Marianne Sin-Pfältzer.
L’esposizione, realizzata con il contributo della Fondazione di Sardegna, propone gigantografie in bianconero e a colori, stampe vintage, menabò per pubblicazioni, progetti originali per ceramiche, tessuti, video e proiezioni.
La Sardegna nella sua interezza di umanità e paesaggio – che per Sin-Pfältzer sono stati un riferimento costante tale da portarla a trascorrervi gli ultimi anni di vita – vengono rappresentati in questo percorso da scatti iconici, di valore assoluto.
Ma la Sardegna è solo uno dei cuori tematici presenti. Un altro, forse il più importante per il taglio internazionale e per la sua attualità nel dibattito contemporaneo, affronta con forza alcune ricerche legate alle problematiche razziali, ecologiste e animaliste. Temi che Marianne Sin-Pfältzer è andata maturando sentendosene coinvolta, schierandosi a difesa della disparità e diversità, sostenendo l’importanza della cultura e dell’educazione come strumento di emancipazione individuale per la costruzione di un maggiore equilibrio nella società.
Con i suoi scatti, la fotografa lotta contro la discriminazione non solo razziale, sociale e religiosa, ma anche in difesa della fragilità della natura, degli animali, dei minori, e così delle culture altre. Argomenti che per lei diventano, dalla seconda metà degli anni Sessanta, il perno fondamentale attorno al quale far ruotare i propri interessi.
In mostra si è dato ampio spazio a tali tematiche, oggi capaci di gettare nuova luce sull’intera opera fotografica di Marianne Sin-Pfältzer, dalla quale emerge con forza l’attenzione soprattutto verso l’infanzia, ch’ella ritrae costantemente nei suoi viaggi internazionali. L’esposizione si completa con un approfondimento sull’attività di designer, interesse che andrà frequentando via via che avverte la progressiva mutazione della
professione di fotografa. Marianne Sin-Pfältzer dagli anni Ottanta spinge quindi la fotografia verso ambiti produttivi, dei quali è una prima sperimentatrice. Questi esiti, ancora di impostazione artigianale, vengono presto surclassati dall’avvento prepotente della tecnologia, capace di rifondare e rimodellare soprattutto il medium fotografico analogico a cui lei rimase legata.
Parte integrante dell’esposizione è l’omonimo documentario di Enrico Pinna e Andrea Mura che ripercorre la vita e l’opera della fotografa con ricchezza di immagini e di testimonianze, fra le quali quella del fotoreporter e storico della fotografia Uliano Lucas.
All’interno della mostra sarà presente un percorso didattico dedicato ai bambini che facilita la scoperta e la comprensione dei grandi temi presentati, propedeutico alle attività educative di SPAZIO ILISSO.