Si apre nel segno di Beethoven e Ravel la nuova stagione di concerti del Teatro Lirico di Cagliari.
Venerdì 10 gennaio, alle 20.30, e sabato 11 gennaio, alle 19, sale sul podio del teatro cagliaritano il maestro Donato Renzetti per il doppio appuntamento che inaugura il cartellone.
Apprezzata ed ormai abituale presenza nelle stagioni cagliaritane, a lui spetta il compito di guidare l’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico. Debutto a Cagliari per il pianista veneziano Alessandro Taverna
In programma a teatro la Fantasia in do minore per pianoforte, soli, coro e orchestra op. 80 di Beethoven, composizione del 1808 dall’evidente analogia fra il tema principale e il più celebre “Inno alla gioia” della Nona Sinfonia, e Daphnis et Chloé, symphonie chorégrafique in 3 quadri di Maurice Ravel, raffinato ed ampio affresco musicale, composto nel 1909-1912, su commissione di Sergej Diaghilev, direttore dei famosi Ballets Russes e su soggetto di Michel Fokine, coreografo della celebre compagnia.
Nella pagina beethoveniana si esibiscono a Teatro, come solisti, il pianista veneziano Alessandro Taverna, classe 1983, artista dal talento in costante ascesa, al suo debutto a Cagliari, il soprano cagliaritano Ilaria Vanacore, il soprano di San Sperate Elena Schirru, il mezzosoprano sassarese Lara Rotili, il tenore turco Murat Can Güvem, il tenore lombardo Andrea Galli, il baritono cagliaritano Matteo Loi. Per Vanacore e Loi si tratta di un atteso debutto nella loro città d’origine. Il maestro del coro è Donato Sivo.
Ludwig van Beethoven: è stato un compositore, pianista e direttore d’orchestra tedesco.
Figura cruciale della musica colta occidentale, fu l’ultimo rappresentante di rilievo del classicismo viennese ed è considerato uno dei più grandi e influenti compositori di tutti i tempi. Annoverato tra i massimi geni della storia della musica, nonostante la sordità che lo colpì prima ancora di aver compiuto i trent’anni, egli continuò a comporre, dirigere e suonare, lasciando una produzione musicale fondamentale, straordinaria per forza espressiva e per la capacità di evocare emozioni.
La sua influenza fu di vitale importanza per il linguaggio musicale del XIX secolo e per quelli successivi, tanto da rappresentare un modello per molti compositori. Il mito del Beethoven “artista eroico”, capace di trasmettere attraverso la sua opera ogni sua emozione, esperienza personale o sentimento, crebbe moltissimo nel periodo Romantico; tuttavia, pur anticipando molti aspetti del futuro Romanticismo, la sua adesione alle regole dell’armonia nelle modulazioni, il rigetto dei cromatismi nelle melodie, la cura dell’equilibrio formale dei brani lo collocano nel solco della tradizione del classicismo.