Le frasi sul vaso di Dueno, considerato il documento più antico della storia romana, sono scritte in sardo e non in latino
È la tesi del linguista Bartolomeo Porcheddu, docente a contratto di Laboratorio di lingua sarda all’Università di Cagliari, pubblicata in un libro intitolato “Il vaso di Dueno”.
Il più antico documento latino è scritto in sardo. Il Vaso di Dueno è un oggetto parlante. In primo luogo perché riproduce un “Trigono”, ovverosia la congiunzione tra Giove e Saturno rispetto al sole e alla terra che si manifesta nel cielo notturno.
Quando questi due pianeti si trovano alla distanza di 120° sulla sfera celeste, disegnano un triangolo equilatero proprio simile al Vaso di Dueno. In antichità, tale congiunzione era considerata un dono del cielo.
In secondo luogo, il manufatto ci dice anche a chi è destinato il Trigono. Il Vaso è una donazione a Giove e Saturno, una richiesta di voto, perché si realizzi un desiderio espresso da chi ha commissionato l’opera.
Questo è il motivo per cui il Vaso di Dueno è stato rinvenuto da Heinrich Dressel, nel 1880, in un deposito votivo presso il Quirinale a Roma.Per ultimo, il committente, vissuto circa 600 anni prima di Cristo, ha voluto lasciare scritto sul vaso il proprio pensiero.
L’iscrizione è riportata in alfabeto latino arcaico ed è abbastanza lunga da poter essere considerata il primo documento latino. La cosa più strabiliante è che questa “promessa di voto” è scritta in sardo senza i casi latini di origine greca e può essere letta con una relativa facilità ancora oggi.
Ma perché un vaso romano del 600 a.C. era stato scritto in sardo? “Perché il sardo – precisa l’esperto – per anni è stata la lingua internazionale del Mediterraneo. Nel 600 a.C. siamo in una fase di declino della civiltà nuragica, ma l’influenza della lingua è ancora fortissima. Il latino che poi sarà utilizzato verrà costruito a tavolino proprio sulla base del sardo, lingua alla quale saranno applicati i casi greci”.
“Nessuno se ne è accorto per duemila anni, perché nessuno si è soffermato sullo studio comparato tra latino e sardo”, sottolinea ancora il docente.