Le partite Iva, ovvero i lavoratori autonomi, pagano più Irpef dei dipendenti e dei pensionati. E’ quanto emerge da un’analisi della Cgia di Mestre.
Secondo i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2018 raccolti dalla Cgia, infatti, l’Irpef media versata dai lavoratori autonomi è di 5.091 euro, quella in capo ai lavoratori dipendenti di 3.927 e quella dei pensionati di 3.047. In altre parole, le partite Iva pagano il 30% in più di Irpef all’anno rispetto ai dipendenti e il 67% in più di quanto versano i pensionati.
L’Irpef è la principale imposta pagata dai contribuenti allo Stato italiano: a versarla sono solo le persone fisiche, e, come risulta dalle dichiarazioni dei redditi del 2018, questi soggetti danno all’erario 157,5 miliardi di euro all’anno; l’incidenza di questo gettito sul totale nazionale delle entrate tributarie è pari al 31,5%.
I lavoratori dipendenti e i pensionati presenti in Italia sono oltre 36 milioni e 300mila persone: assieme costituiscono l’88,2% dei contribuenti Irpef presenti nel Paese e versano al fisco quasi 130 miliardi di euro. L’82,5% del totale. Gli autonomi, invece, sono poco più di 4 milioni e 300mila unità, pari al 10,5% del totale contribuenti Irpef, e garantiscono al fisco 22 miliardi di euro di Irpef, ovvero il 14% del gettito Irpef totale.
In termini pro capite abbiamo corrisposto al fisco 552 euro in più rispetto alla media dei cittadini europei. Solo Francia, Belgio, Danimarca, Svezia, Austria e Finlandia hanno una pressione fiscale superiore alla nostra. La “sorpresa” viene da Parigi: ogni cittadino d`Oltralpe ha versato al fisco 1.830 euro in più rispetto a noi. Se l’Italia, sottolinea la Cgia, avesse la pressione fiscale della Germania verseremmo 24,6 miliardi di tasse in meno, vale a dire un risparmio pro capite di 407 euro.