SARDEGNA

“Giornata Mondiale delle Zone Umide” arriva anche in Sardegna

Anche la Sardegna celebra la Giornata Mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day), il 2 febbraio 2020, con un calendario di eventi nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale Maristanis, a cura di MEDSEA

Comincia sabato 1 febbraio 2020 la due giorni di incontri, dibattiti, visite guidate, attività di birdwatching in alcuni dei compendi più suggestivi del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis: un programma di eventi, promosso in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, che da 21 anni ricorre il 2 febbraio, giorno in cui – nel 1971 – è stata adottata la Convenzione Internazionale per le Zone Umide nella città iraniana di Ramsar.

Il dibattito su tutela e sviluppo nelle “terre d’acqua”. Cuore pulsante delle attività dell’edizione 2020 del World Wetlands Day in Sardegna sarà il territorio di Santa Giusta. Sabato 1 febbraio, presso il Centro Civico Comunale, dalle 10.30 alle 13.30, si terrà il convegno aperto al pubblico dal titolo “Tutela della natura e della pesca nelle terre d’acqua dell’oristanese”, a cura di MEDSEA con la collaborazione del Comune di Santa Giusta.

Le tradizioni: il laboratorio per imparare a costruire is fassois.  Ambiente e storia delle comunità locali si intrecciano, come nel caso della costruzione de is fassois, le caratteristiche imbarcazioni del territorio sangiustese. Sabato 1 febbraio, dalle 15.30 alle 19.30, presso il Centro Civico Comunale di Santa Giusta, il “Laboratorio degli antichi fenici – Impariamo a costruire is fassois” aprirà al pubblico per raccontare in che modo vengono costruite le barche. Cosa le lega così indissolubilmente al territorio? Il fatto che siano realizzate con fasci di canne e di Feu, una pianta acquatica tipica di questa zona, legate tra loro con corde vegetali.

Il contest fotografico. Nell’ambito del calendario di eventi del WWD 2020, la Fondazione MEDSEA promuove l’estemporanea di fotografia “24 ore per raccontare la biodiversità delle zone umide dei siti Ramsar del Golfo di Oristano”, allo scopo di documentare e divulgare immagini sugli ecosistemi marino costieri degli stagni di Sale ‘e Porcus, Mistras, Cabras, Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S’Ittiri, Marceddì, San Giovanni. Per partecipare al contest, a cura di AFNI Sardegna, è sufficiente aver compiuto i 18 anni d’età e presentarsi dalle ore 9:00 alle ore 10:00 del 1° febbraio 2020 presso il Centro Civico del Comune di Santa Giusta.

Modalità di partecipazione, regolamenti e premi: http://www.maristanis.org/index.php/news/321-estemporanea-di-fotografia.html

La premiazione avverrà domenica 2 febbraio, dalle ore 17.00, sempre nei locali del Centro Civico di Santa Giusta. Seguirà, alle ore 18.00, un aperitivo in musica in compagnia di Francesca Loche e Alberto Sanna.

Gli eventi, tra ambiente, sviluppo e cultura. Gli eventi, alcuni dei quali si protrarranno sino a fine febbraio, sviluppano un tema che sposa la necessità di tutela degli ecosistemi delle zone umide alla loro fruizione in termini di aggregazione e sviluppo di sistemi economici sostenibili. Conoscere il territorio è il comune denominatore di molti appuntamenti.

Sabato 1 febbraio, dalle 15 sino al tramonto, si svolge la visita guidata a cura della Lipu Sardegna per l’osservazione dei fenicotteri e delle gru nello stagno di Sal ‘e Porcus – San Vero Milis.

Domenica, 2 febbraio, dalle 9.00 alle 12.00, attività di birdwatching nello stagno di Cabras e nella laguna di Mistras, organizzata da ALEA Ricerca & Ambiente e la visita al Museo del Mare di Marceddì a cura dell’associazione 3DNA, dalle 11.00 alle 12.30.

Venerdì 7 febbraio si parlerà di “Biodiversità mediterranea nel mare sardo: minacce, tutela, opportunità” nel convegno organizzato a Cabras, in collaborazione con l’Area Marina Protetta del Sinis Isola di Mal di Ventre, presso il Centro Polifunzionale, a partire dalle 17.30. E poi ancora escursioni a cavallo, camminate naturalistiche, degustazioni.

 Le “terre d’acqua dell’oristanese”: diverse e da proteggere. Le zone umide della provincia di Oristano sono uno scrigno di biodiversità: siti elettivi per numerose specie di uccelli e altri animali, oltre che di diverse specie vegetali. Una specialità certificata dal fatto che in questo territorio sono state istituite 6 aree Ramsar, oggi coinvolte nel progetto MARISTANIS.

Nell’area sono presenti alcune specie avicole minacciate a livello globale come l’allodola (Alauda arvensis), la tortora selvatica (Streptopelia turtur), il moriglione (Aythya ferina) e la pavoncella (Vanellus vanellus). Ci sono anche specie la cui protezione necessita la contemporanea conservazione dell’habitat in cui vivono o si riproducono: fratino, sterna zampenere, moretta tabaccata, pollo sultano. Ma l’area di Maristanis è habitat provilegiato anche di altri animali di interesse conservazionistico e specie vegetali di pregio e ad areale estremamente ridotto.

Maristanis: tutela, sviluppo e animazione territoriale.   Parte dunque dal progetto Maristanis la sfida delle zone umide, patrimonio di biodiversità e volano di possibili sistemi economici sostenibili, con l’obiettivo di estendersi agli altri siti nell’isola. Cofinanziato dalla Fondazione MAVA e coordinato dalla Fondazione MEDSEA in collaborazione con l’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”, Maristanis si sviluppa in parallelo con altri tre progetti cofinanziati da MAVA in Tunisia, Montenegro e Albania. Al centro delle attività, che sollecitano un ruolo attivo dei territori e delle comunità, un compendio che si estende per un totale di 10.206 ettari e, in mare, per altri 25mila ettari di acque protette dall’Area Marina Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre.

About Giulia Mannu

Nasce a Nuoro nel 1997. Dopo aver conseguito la maturità scientifica nel 2016, comincia a studiare presso la facoltà di Scienze Economiche Giuridiche e Politiche di Cagliari, intraprendendo l'indirizzo di Scienze Politiche.

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