Esportazioni sarde in salute: le piccole imprese piazzano all’estero 283 milioni di euro di prodotti in 9 mesi
Bene le esportazioni per l’agroalimentare ma preoccupano dazi USA e Brexit. Matzutzi (Presidente Confartigianato Sardegna): “Le aziende credono nei mercati esteri: il lavoro fatto negli anni passati sta dando i sui frutti”. La formazione e la conoscenza alla base di questo successo.“
Le esportazioni delle micro, piccole e medie imprese della Sardegna è in piena salute e continua a crescere. Con un giro d’affari di 283 milioni di euro e una crescita dell’11,8% (nei primi 9 mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018), le MPI sarde confermano un trend positivo già registrato nei mesi precedenti, piazzandosi al terzo posto per crescita, nella classifica nazionale delle vendite all’estero guidata da Toscana e Molise.
E’ questo, in breve, ciò che emerge dal dossier elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna che, su fonte Istat, ha analizzato le esportazioni del Made in Sardegna nei primi 9 mesi del 2019 e raffrontate con lo stesso periodo del 2018.
Più che incoraggianti i dati delle province: Cagliari è cresciuta del 17,9% registrando 133,9 milioni di euro di esportazioni, Oristano (con un controvalore di 21,4 milioni) del 25,6%, Sassari (71,5 milioni) del 10,9%, il Sud Sardegna (45 milioni) del 6,3% mentre è calata, in modo netto, Nuoro con un -27,4%, con 11,4 milioni di euro di prodotti venduti all’estero.
“I dati della crescita dell’export delle micro, piccole e medie imprese della Sardegna, +11,8% rispetto al 2018 – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – dice tanto del lavoro fatto nell’Isola e per l’Isola, soprattutto dalle Associazioni di Categoria, per portare avanti un cambio di mentalità e di prospettiva delle aziende sarde”.
“L’impegno dei nostri imprenditori e il costante supporto della Regione sull’internazionalizzazione – continua Matzutzi – per il miglioramento della qualità dei prodotti e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri, quindi, sta dando i suoi frutti”.
All’interno di questi numeri, sempre nel 2019, ben 148 milioni di euro di esportazioni sono relativi all’agroalimentare, settore in crescita del 4% rispetto al 2018. Da segnalare i 21 milioni relativi ai vini, 2 alla frutta e agli ortaggi conservati, 4 agli oli e ai grassi, 12 alle paste alimentari con il resto da suddividere con tutte le altre categoria merceologiche dell’alimentazione come i prodotti caseari, le carni, i molluschi e i prodotti da forno ma anche granaglie e farine alimentari.
“Inoltre, crescono in modo sempre più importante, le imprese che partecipano alle iniziative sulle esportazioni – riprende il Presidente di Confartigianato Sardegna – e quindi è da apprezzare lo sforzo che si sta facendo anche sul fronte della formazione. Perché per affacciarsi sui mercati esteri, infatti, occorrono sempre più competenze che non tutte le realtà hanno”.
Confartigianato Sardegna però non manca di ricordare la condizione cui sono già sottoposte le imprese sarde, e del resto dell’Europa, con i dazi USA.
“Rilevazioni nazionali sul mercato americano negli ultimi 3 mesi del 2019 – precisa il Presidente – hanno già registrato un calo degli acquisti del 10,5% relativi a formaggi, insaccati, agrumi, succhi di frutta e molluschi.
Ovviamente attendiamo di avere dati concreti anche sulla Sardegna per capirne di più anche se la preoccupazione per il commercio estero delle nostre imprese è molto alta. E abbiamo paura anche del contraccolpo che, a breve, potrà arrivare con l’avvio reale della Brexit”.
Confartigianato, per compensare il calo di vendite negli Stati Uniti, pochi mesi fa sollecitò interventi, anche temporanei, di sostegno economico alle imprese e programmi di promozione commerciale per favorire la penetrazione delle piccole imprese in nuovi mercati alternativi, soprattutto con produzioni a marchio DOP ed IGP.
Inoltre, per contrastare il rischio di un’invasione in Italia di prodotti Usa “italian sounding”, chiese di diffondere la tracciabilità dei prodotti e di promuovere campagne di informazione per rendere riconoscibile ai consumatori la qualità dei prodotti alimentari Made in Italy e made in Sardegna.
“In ogni caso, le attività programmate per il prossimo futuro, sia di tipo formativo, sia i bandi sull’internazionalizzazione – sottolinea Matzutzi – troveranno sempre più l’interesse da parte dei produttori. Proiettarsi verso i mercati esteri e riuscire a posizionarsi in un quadro di competitività sempre più globalizzata è una necessità per le imprese e, al tempo stesso, una sfida da cogliere insieme”.
“E’ con questo spirito che – conclude – costantemente, invitiamo le aziende sarde a cogliere le opportunità offerte dall’internazionalizzazione e a fruire di strumenti e servizi mirati che potranno proiettarle su interessanti mercati internazionali”.