PLATONOV

Platonov, Anton Cechov, al Teatro Massimo di Cagliari.

Un dramma moderno incentrato sulla figura complessa e contraddittoria di Mikhàil Vassìlievic Platònov.


CAGLIARI – Teatro Massimo – dal 5 al 9 febbraio 2020
mercoledì 5 febbraio 2020 – ore 20:30 – turno A
giovedì 6 febbraio 2020 – ore 16:30 – turno P
giovedì 6 febbraio 2020 – ore 20:30 – turno B
venerdì 7 febbraio 2020 – ore 20:30 – turno C
sabato 8 febbraio 2020 – ore 20:30 – turno D
domenica 9 febbraio 2020 – ore 19:00 – turno E

Venerdì 7 febbraio alle 17.30, alla Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta N. 2 a Cagliari, Michele Sinisi e la compagnia “Il Mulino di Amleto” incontreranno il pubblico per I Pomeriggi della Fondazione. Condurrà Massimo Tria (docente di Slavistica all’Università di Cagliari). L’ingresso è libero (fino a esaurimento posti).

“Platonov – Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove”, uno spettacolo de Il Mulino di Amleto. La regia è di Marco Lorenzi, che firma anche insieme con Lorenzo De Iacovo la “riscrittura” dell’opera giovanile di Anton Čechov, riscoperta (quasi) per caso e pubblicata postuma un secolo fa, nel 1920. La pièce debutterà mercoledì 5 marzo alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari. Sarà in cartellone fino a domenica 9 febbraio.

Un dramma moderno incentrato sulla figura complessa e contraddittoria del protagonista, Mikhàil Vassìlievic Platònov: un maestro di scuola, intelligente e colto, brillante e arguto, forse deluso dalla vita e dal mondo. Incapace di uscire dal labirinto e ricominciare una nuova esistenza ritrovando gli ideali e i sogni della gioventù, indeciso tra le sue molte, con una segreta malinconia, quasi fosse sempre sull’orlo dell’abisso.

La regia e gli attori

Sotto i riflettori Michele Sinisi, affermato attore e regista pugliese, interprete con un’intensa carriera teatrale, accanto ad apparizioni sul piccolo e sul grande schermo. Il suo ruolo è quello dell'(anti)eroe incerto sul suo destino, tra allegria e amarezza, elegante superficialità e nera disperazione, dietro la maschera imperturbabile del filosofo e dell’uomo di mondo. E un’affiatata compagnia – che schiera Stefano Braschi, Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Barbara Mazzi, Stefania Medri, Raffaele Musella e Angelo Maria Tronca – per dar corpo e voce ai personaggi, sospesi sulla vorticosa giostra delle passioni.

Il regista Marco Lorenzi spiega che: «La volontà di cercare un cortocircuito tra Cechov e il nostro essere giovani uomini e donne è il cuore di questo lavoro. Nella nostra ricerca non cerchiamo la chiave del personaggio ma dell’attore. E come gli attori vanno oltre il ruolo, così anche allo spettatore chiediamo di oltrepassare quella linea di confine. Lo spettacolo deve aiutare questo superamento perché nel teatro è essenziale riuscire a fondere tutti in una comune condivisione.»

Un capolavoro incompiuto.

“Platonov” – titolo italiano (invece del russo Безотцовщина, Bezotcovščina – “Orfano di padre”) di un’opera magmatica dedicata all’attrice Marija Ermolova – che però la rifiutò, spingendo così il giovane a distruggere il manoscritto – poi riaffiorata dopo la Rivoluzione d’ottobre.
Un grande e meraviglioso affresco incompiuto per esseri umani incompleti e resi fragili dal loro “voler essere” che si scontra inevitabilmente con ciò che sono nella realtà.

“Platonov” è un itinerario sul filo delle emozioni e dei ricordi, tra passato e presente, come se tutto fosse già accaduto ma dovesse ancora ripetersi. Come in un sogno, o come a teatro, dove la vita è rappresentazione. In una felice sintesi tra il dilemma del protagonista e il tentativo dell’autore di cogliere il respiro della vita e trasportarlo sulla scena in una magia che si ripete nel magnifico gioco di una finzione che mette a nudo la verità.

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