A Forlì dal 11 febbraio in mostra la nave più antica del mondo
(Sesto Potere) – Forlì – 11 febbraio 2020; A segnare l’incipit della mostra “Ulisse. L’arte e il mito” organizzata dal 15 febbraio a giugno 2020, ai Musei San Domenico, di Forlì, dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Con la regia di Gianfranco Brunelli, coordinatore dei progetti espositivi, e un gruppo di curatori di primissimo piano presieduto da Antonio Paolucci, sarà un ritrovamento eccezionale. Ovvero; la nave greca arcaica di Gela, la nave più antica del mondo che per la prima volta. Dopo il suo rinvenimento nei fondali marini della Sicilia verrà esposta nella chiesa di San Giacomo.
Sarà possibile osservare da vicino l’ossatura portante dell’imbarcazione, databile tra il VI e il V secolo a.C.; rinvenuta nel 1988 nel mare di Contrada Bulala, al largo di Gela, a cinque metri di profondità.
la nave greca arcaica di Gela
La nave non si presenta integra.
Le parti recuperate raggiungono una lunghezza massima di 17 metri e una larghezza massima di 4,30. Non è stata mai individuata la porzione mancante della chiglia. Sono arrivati fino a noi la ruota di poppa, il paramezzale e i madieri. Del carico rinvenuto nei fondali di Gela, fanno parte anche un cesto di vimini, un tripode in bronzo e i lingotti in oricalco, la lega metallica leggendaria e preziosa di cui narra Platone nel racconto del mito di Atlantide. Anch’essi presenti in mostra.
Le operazioni di recupero di quello che scientificamente è denominato “Relitto Gela I”, sono iniziate nel 2003 e sono state particolarmente complesse, anche a causa della fragilità degli elementi e della lunga permanenza in acqua, e si sono concluse nel 2008, quando tutti i materiali rinvenuti sono stati inviati per il restauro al Mary Rose Archaeological Service di Portsmouth.
I primi scavi
Una prima campagna di scavi, condotta dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta poco dopo l’eccezionale ritrovamento. Questo consentì l’esatta localizzazione del relitto greco arcaico e permise di stabilirne la reale consistenza, dando il via ad una serie di studi scientifici. Le specie legnose utilizzate nella costruzione dell’imbarcazione appartengono in gran parte alle conifere e alle latifoglie. Mentre il fasciame è realizzato prevalentemente con una specie arborea diffusa in tutte le regioni del Mediterraneo dalla quale si ricava legno abbastanza leggero e di facile lavorazione. La ruota di poppa e la chiglia sono state costruite con legno di quercia, come anche alcuni madieri.
Siamo, dunque, in presenza di uno dei più emblematici ritrovamenti subacquei del patrimonio archeologico del Mediterraneo Antico che ci consente di conoscere non solo le caratteristiche dell’imbarcazione. Ma la storia stessa della navigazione e le tecniche di costruzione navale impiegate dalle maestranze greche. Una occasione unica. Un viaggio nel tempo sulle orme di Ulisse.