“Thūmós è un’opera inedita,“anima emozionale” in greco antico
Un nuovo ciclo di mostre dal titolo ‘Incoscienza‘ sarà realizzato dal network di artisti “hOMe“ all’interno del THOTEL tra febbraio e settembre 2020.Si parte con Daniela Frongia e l’installazione intitolata Thūmós.
L’intero progetto prevede la creazione di tre installazioni temporanee ed il coinvolgimento di tre artisti e tre curatori del network.
Il tema trattato è quello della coscienza. Ogni coppia di artista-curatore, ha il compito di scegliere una delle infinite tematiche legate al concetto di coscienza.
Testo critico: di Daniele Gregorini. L’intera ricerca artistica di Daniela Frongia indaga gli aspetti più profondi della realtà. Le sue opere non nascono per rappresentare ma per essere, sono lo strumento dell’artista per rendere tangibili pensieri ed emozioni, in queste, il lungo processo di creazione coesiste con la resa finale. Il suo lavoro si concentra su vari ambiti sperimentali, quali la Fiber Art, l’Arte Relazionale, L’Arte Pubblica, L’Arte Sociale, la Psicologia dell’Arte, l’Arte Performativa e la Street Art. Ora l’argomento d’indagine è la coscienza e la sua dinamica di costruzione.
“Thūmós è un’opera inedita,“anima emozionale” in greco antico. La parola indica un’associazione fisica con il respiro o col sangue, è usata anche per esprimere il desiderio umano per il riconoscimento. Il Thūmós è quindi la “mente”, la “coscienza” dell’uomo che si interroga, ma anche lo spirito vitale e la sede delle emozioni.
L’installazione site-specific esprime il processo di creazione della coscienza. La visione è quella di un corpo vivo che cresce grazie all’incessante apporto di singoli elementi fluttuanti ed in dialogo tra loro.
I moduli sono bianchi, sinonimo di luce e propensione alla conoscenza; simili ma diversi tra loro, nascono dalle esperienze, si traducono in emozioni diventando coscienza.
Sono costituiti da scheletri sottili e si presentano arricchiti da flussi interiori di filo, morbido e fragile che si armonizza con il ferro, elemento portante e mai rigido, attraverso la delicatezza di una tessitura che accentua il vuoto di un nucleo che non ci è mai concesso vedere.