Rallenta l’accesso dei lavoratori ai benefici della trasformazione digitale
Lo sostiene l’OCSE – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – citando la ricerca di Giovanni Sulis, docente dell’Università di Cagliari e ricercatore CRENoS, nell’ultima edizione dell’OECD Skills Outlook “Thriving in a Digital Work” riguardo il mondo del lavoro.
Si tratta di un approfondimento che l’OCSE dedica all’analisi del ruolo delle politiche economiche e del lavoro sull’accumulazione di capacità e competenze dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nell’ambito delle sfide della trasformazione digitale, le competenze della popolazione in età di lavoro sono infatti cruciali per cogliere le opportunità di benessere offerte dal cambiamento tecnologico.
La pubblicazione dell’OCSE enfatizza infatti il ruolo che possono avere le legislazioni per arrivare all’accumulazione di competenze adeguate ai lavoratori per il miglioramento della produttività.
La ricerca di Giovanni Sulis e dei suoi collaboratori mostra che il crescente ricorso a contratti di lavoro temporanei limita la formazione degli individui sul posto di lavoro (on-the-job training).
Il rischio è quello di ridurre in modo consistente le potenzialità di accesso ai benefici della trasformazione digitale.
“L’eccesso di lavoro temporaneo – spiega Sulis – è correlato alla bassa formazione dei lavoratori. Quando il divario nei costi di licenziamento tra lavoratori permanenti e temporanei è molto elevato, le imprese tendono ad usare in maniera abnorme i temporanei.
Osserviamo quindi una relazione negativa tra livello di protezione dei permanenti e di formazione dei lavoratori, in un mercato del lavoro in cui tutti i lavoratori dovrebbero avere un contratto permanente e in cui le imprese punterebbero ad investire sul lavoratore attraverso la formazione.
Il nostro studio mostra che dopo la Legge Fornero i costi di licenziamento dei soli lavoratori permanenti sono stati ridotti.
Inoltre i formati sono aumentati, proprio perché le imprese hanno ridotto i temporanei e il turnover eccessivo della forza lavoro”.