Insieme ad una delle fondatrici dell’app Junker per comprendere meglio il suo funzionamento
Tutti noi abbiamo sempre dubbi dove buttare la spazzatura: quale va nel bidone della plastica? Quale nella carta?
Nel 2015 a Bologna è nata l’app “Junker”. I creatori sono i ragazzi di “Giunko srl”: una startup innovativa nello sviluppo di soluzioni cloud-based indirizzate al mondo mobile e web,
L’app ha lo scopo di identificare il tipo di rifiuto al quale appartiene un oggetto qualsiasi. “L’abbiamo costruita pensando proprio alle esigenze dell’utente, che vuole sapere subito come differenziare gli oggetti. Basta inquadrare un codice a barre del prodotto che vogliamo buttare. L’app riconosce l’oggetto, dicendo di che materiale è fatto e dove va gettato, geolocalizzando il paese dove abita l’utente.” Questo afferma Noemi de Santis, una dei quattro fondatori dell’applicazione.
L’app ha ottenuto un grandissimo successo in termini di utenza con 2000 nuovi utenti al giorno che si sommano ai già 8 milioni nei comuni di tutta l’Italia. Insieme a numerosi riconoscimenti nazionali riguardo la sostenibilità e la green economy, il Parlamento europeo ha inserito Junker nel Libro bianco delle buone pratiche per l’economia circolare, avendo quindi anche un riconoscimento a livello internazionale.
L’app è entrata poi in contatto con il Comune di Cagliari per collaborare all’iniziativa “Lombrichi for future“. Lo scopo è quello di sostenere il compostaggio dei rifiuti organici attraverso l’utilizzo dei lombrichi, che li trasformano in concime per le piante. Junker infatti verrà usata anche a scopo ludico per gli utenti, invitandoli a riconoscere dei prodotti e indovinare come vanno differenziati.