In Gallura i greci di Focea, la Storia si mostra in esposizione all’evento Flight Club
Verso il 510 a.C. anche Focea, città greca sulle coste turche, subì la pressione dell’espansione degli Assiri sulla Fenicia. La complicata situazione politica e l’interruzione delle principali rotte commerciali, ebbero un forte impatto. I greci che vivevano in quell’area cercarono nuovi sbocchi nel Mediterraneo occidentale, giungendo fino ad Olbia.
Gli abitanti di Focea, cui si deve la fondazione di Marsiglia e altre città nella Francia del sud e in Corsica, si attestarono nella Gallura. La scoperta è frutto di scavi, studi e pubblicazioni che non hanno più di vent’anni. Tutto ciò è stato possibile grazie alla coordinazione dalla Soprintendenza Archeologica, per le Belle arti e il Paesaggio delle province di Nuoro e Sassari. L’archeologo Rubens D’Oriano ha condotto i lavori di ricerca e in prima persona gli scavi sul campo. Rimasta sinora in disparte, quasi come una pagina di storia marginale, l’origine greca del capoluogo gallurese è oggi celebrata da “Olbia Greca“. L’esposizione, che ha aperto i battenti all’ArtPort Gallery dell’aeroporto internazionale “Costa Smeralda”, sarà visitabile liberamente fino all’8 aprile.
“Fino a una ventina d’anni fa sapevamo che alcuni scrittori antichi raccontavano in termini leggendari della fondazione greca di Olbia, dall’aggettivo greco che significa posto felice, adatto all’insediamento”.
Spiega D’Oriano, che ripercorre le tappe di un lavoro per nulla semplice. “Nella maggior parte dei casi ritrovare sotto terra elementi che confortassero la leggenda è stato difficilissimo, anche perché la città verso il 330 a.C. venne rasa al suolo dai cartaginesi”. “Ma in due circostanze, sotto la città moderna e a San Simplicio – conclude D’Oriano – il sottosuolo ci ha permesso di raccogliere elementi sufficienti per riscrivere la storia della città e, in qualche modo, del Mediterraneo”.
L’evento
La mostra fa parte di Flight Club, evento di Geasar per animare lo scalo durante i lavori di restyling della pista. La società di gestione ha trasformato lo scalo in uno spazio di aggregazione a uso e consumo della comunità locale. Tra cultura, socializzazione, intrattenimento, artigianato, enogastronomia, letteratura, benessere, arte, creatività, gioco, musica e sport, tutti elementi di un unico appello a favore della tecnologia, dello sviluppo e della sostenibilità.