Una fiaccolata per sopravvivere ai concorsi ordinari e straordinari per i docenti precari
Cagliari 05 marzo 2020 – Scendono in piazza circa un centinaio di precari. La grande paura è quella del concorso pubblico e di venire tagliati fuori dai posti disponibili.
Per la Sardegna un concorso che mette paura a 5mila docenti di terza fascia: sulla carta un’opportunità, ma in realtà un punto interrogativo. In piazza Garibaldi si sono dati appuntamento circa cento precari con striscioni, tamburi, cartelli e fischietti per la manifestazione “Lumino Day”. “Il lavoro è a rischio per 55mila docenti in tutta Italia – spiega all’ANSA Pasquale Vespa, rappresentante dell’associazione nazionale docenti per i diritti dei lavoratori – per 5000 insegnanti in Sardegna. Sono quelli – aggiunge – che in questi anni hanno assicurato la continuità dell’insegnamento in Italia e in Sardegna.
E ora rischiano di essere scavalcati perché al concorso ordinario ci sono un milione di candidati”. “E i precari tra l’altro potranno studiare meno degli altri perché sono impegnati a scuola. Il concorso straordinario è quello dei quiz a crocette. Ma se sbagli sei fuori”, osserva.
Nei volantini distribuiti lungo il percorso che sta attraversando la città e sta puntando verso la Regione il decreto del concorso è chiamato “ammazzaprecari”.
Le proposte
Non solo no. Ma anche tre proposte per raddrizzare il tiro e coinvolgere nella scuola chi sta già lavorando. Fase uno: “istituzione del Pfa, percorso formativo attivo, con accesso per titoli e servizio di almeno 36 mesi a garanzia di una formazione completa della qualità dell’insegnamento”. Seconda fase, “istituzione della G 36, graduatoria dei 36 mesi a scorrimento stilata in base al punteggio conseguito quale somma dei risultati del Pfa, dei titoli culturali e di servizio, a garanzia della equità e della sostenibilità economica”. Terza fase, quella della stabilizzazione: “assegnazione del ruolo per garantire la continuità didattica e il rispetto della dignità di coloro che, dopo anni al servizio dello Stato, oggi rappresentano una risorsa su cui investire”. E domani si replica a Napoli con un sit-in in piazza Municipio dalle 9.30.