Cultura e spettacoli online e flash mob da balconi e finestre
La sospensione di tutte le manifestazioni per contenere la diffusione del Covid-19, sposta sulle piattaforme multimediale l’attività di moltissimi artisti.
Tra pubblicazione online di opere, concerti e rappresentazioni senza pubblico, la cultura ha trovato nuove forme di espressione e divulgazione in attesa dell’auspicata fine.
“Il quadro è complesso, i danni al settore ingenti. Proveremo tutti a recuperare il possibile ma non sarà facile.
Servirebbe almeno il raddoppio di tutte le risorse pubbliche nazionali e regionali per ridurre le criticità, spiega all’ANSA Massimo Mancini, direttore di Sardegna Teatro.
Noi non proponiamo teatro in streaming, per noi teatro è luogo di incontro oltre lo spettacolo.
Le conseguenze della pandemia
Insegne spente anche al Cedac. “La sospensione delle manifestazioni coincide con uno dei periodi di più intensa attività per il Cedac, che coinvolge 27 teatri in altrettanti città e paesi dell’Isola – sottolinea il presidente Antonio Cadibbu – Novanta le recite sospese dal 5 marzo al 3 aprile, 46 di prosa, 15 di danza e Teatro circo, 14 di musica, 15 di Teatro ragazzi, il valore dei cachet non corrisposti ammonta a 417mila euro e il mancato incasso previsto a circa 300mila. Spettacoli e concerti saranno riprogrammati – assicura – e comunicheremo le nuove date quanto prima. E in attesa della sui nostri canali e social media continueremo a proporre foto, trailer e link agli spettacoli”.
Davide Catinari, autore, musicista e direttore artistico di Vox Day auspica che “l’attuale contingenza possa diventare la prova di maturità per una nazione che dalla cultura, più che da altri settori, dovrebbe trarre l’indotto economico necessario per la sua sopravvivenza.
Gli artisti sardi – racconta – stanno facendo quadrato attorno all’esigenza di non fermarsi, cercando di fare comunità attraverso il web e i social, per quanto possibile.
Credo che le istituzioni debbano tenere conto dell’importanza di questa volontà e cercare di sostenere tutto ciò che non è ancora non globalizzato, per mantenerlo libero e sociale“.