La sfortunata storia di Ignaz Semmelweis, il medico ungherese che nell’aprile del 1847 scoprì l’importanza del lavarsi bene le mani
Nell’aprile del 1847 Ignac Semmelweis aveva scoperto che la febbre puerperale, una malattia ignorata da gran parte delle persone, e che in media uccideva fino anche al 40% delle donne che partorivano in ospedale, non era provocata, come alcuni ritenevano, da uno squilibrio negli “umori” del corpo.
Secondo il medico ungherese era causata da un’infezione simile a quella che uccideva i chirurghi che si ferivano accidentalmente nel corso di esami su cadaveri o facendo interventi vari su pazienti infetti.
Notò, quindi, che se l’insegnante o gli studenti che visitavano una partoriente provenivano da una sala operatoria dove avevano compiuto un’autopsia (senza protezione, lavaggio o disinfezione), o avevano precedentemente visitato una donna infetta, trasmettevano al povero paziente una malattia mortale.
La causa della febbre puerperale, alla fine, era lo stesso medico che tentava invano di curarla.
L’ostetricia dove lavorava Semmelweis, a Vienna, era costituita da due reparti principali: nel primo lavoravano medici e studenti, nel secondo le ostetriche.
Nel reparto delle ostetriche i decessi risultavano inferiori proprio perché non si effettuavano autopsie e quindi non si infettavano le donne. I medici, al contrario, con le autopsie trasportavano l’infezione attraverso le mani e la diffondevano ai pazienti involontariamente.
Dalla metà di maggio 1847 il giovane medico decise di risolvere la situazione: usare una soluzione di cloro per disinfettare le mani di studenti e professori. La proposta era tanto semplice da apparire banale: purtroppo la comunità dei ginecologi dell’epoca la ritenne solo inutile e stupida.
Nonostante questo, il medico ungherese riuscì, in un solo anno, a ridurre di circa il 90% i decessi.
Le conseguenze della scoperta di Semmelweis
La diffusione della scoperta di Semmelweis fu molto complicata: ricevette solo pareri negativi, e fu addirittura allontanato dalla clinica dove aveva condotto i suoi esperimenti.
Dopo 13 anni di ostracismo, il medico cominciò a scrivere lettere aperte a singoli medici e ad accademie, cercando di convincere più persone possibili. Utilizzò, però, dei toni abbastanza accesi, chiamando i medici “assassini”.
Tutte queste lettere e volantini, però, contribuirono soltanto alla sua emarginazione.
Dopo questi fatti, distrutto anche dalle vicende familiari, finì per perdere il lume della ragione e morì in manicomio il 13 agosto 1865.
Solo qualche anno più tardi, grazie a Pasteur che fondò la batteriologia, Semmelweis acquistò una certa autorevolezza. Si considerò, infatti, il medico ungherese come un geniale precorritore che era stato ingiustamente ignorato e trattato male dalla società dell’epoca.
Oggi se possiamo lottare contro il Coronavirus, se abbiamo debellato il tifo e il colera, se la peste è soltanto una malattia del passato lo dobbiamo anche all’igiene e alla pulizia delle mani in particolare.
Quindi, dobbiamo ringraziare anche il medico Ignác Semmelweis e la sua brillante (e inascoltata) intuizione.