Da alcuni ricercatori statunitensi è emersa un’altra via d’ingresso che il Coronavirus sfrutta per invadere il nostro organismo: si tratta del recettore Dpp4
Secondo l’osservazione pubblicata sulla rivista “Diabetes Research and Clinical Practice“, c’è un’altra via che il Coronavirus utilizza per poter entrare nel nostro organismo: questa si chiama recettore Dpp4.
Il recettore in questione si trova in tutti i tipi di cellule umane ed è lo stesso su cui agiscono molti farmaci anti-diabete; questo indica che gli stessi farmaci potrebbero essere usati contro il COVID-19, almeno per quanto riguarda i casi meno gravi. La prima via d’accesso finora conosciuta è il recettore Ace2, che si trova soprattutto sulle cellule del sistema respiratorio umano.
Il recettore Dpp4 è noto per essere presente sulla superficie di tutte le cellule, come quelle di bronchi e cuore, e per avere un legame con il sistema immunitario e con quello infiammatorio, così come era noto il suo coinvolgimento nella malattia comparsa nel 2002-2003, ovvero la Sars. A questo punto si tratta di capire fino a che punto i farmaci anti-diabete possono essere efficaci contro il Coronavirus.
Purtroppo, non si sono ancora risposte certe, perché la ricerca su questa tematica è appena cominciata.
Un altro studio, questa volta australiano, pubblicato su “Antiviral Research”, indica che l’ivermectina, un farmaco antiparassitario già disponibile, è efficace in laboratorio contro il Coronavirus.
Secondo gli scienziati del Monash University’s Biomedicine Discovery Institute (Bdi) e del Peter Doherty Institute of Infection and Immunity, una singola dose del medicinale sarebbe in grado di bloccare la crescita dell’agente patogeno in coltura. Agirebbe poi eliminando tutto il materiale genetico virale nell’arco di 48 ore.
Si attendono ulteriori sviluppi sulle ricerche di questo tema, sperando che si riesca a comprendere meglio il comportamento del virus.