Peluche di orsacchiotti spuntano alle finestre di tutto il mondo.
Dalla Nuova Zelanda all’Australia, Regno Unito, Stati Uniti, orsacchiotti spuntano dalle finestre nelle case per intrattenere i bambini isolati. Sui social l’hashtag #bearhunt è virale, ed è un omaggio a Michael Rosen, l’autore inglese di “Caccia all’orso” in terapia intensiva
La stagione della caccia è aperta. Basta guardare bene dalla finestra. Dalla Nuova Zelanda al Regno Unito, dall’Islanda agli Stati Uniti, i bambini isolati per il coronavirus cominciano a schiacciare i nasi dietro i vetri: cercano orsi.
Orsacchiotti di peluche appaiono sui davanzali delle finestre di palazzi da Bluff ad Auckland, da Reykjavík a Chicago. Perfino quello della premier neozelandese Jacinda Ardern. Anche lei con il suo fidanzato, Clarke Gayford, e la loro bambina Neve hanno messo un orsacchiotto alla finestra della Premier House a Wellington.
La Nuova Zelanda ha più di 600 casi confermati, la quarantena, una delle più severe al mondo, dovrebbe durare un mese. È vietato uscire all’esterno come in Italia, se non per spese di beni essenziali o per una breve tregua di esercizio fisico e aria fresca.
L’idea
L’idea degli orsacchiotti, s’ispira al libro per bambini del 1989 A caccia dell’orso (We Going on a Bear Hunt), di Michael Rosen. Lo scrittore è ora ricoverato in terapia intensiva, per coronavirus. L’hashtag #bearhunt è virale ed è, inoltre, un omaggio per l’amatissimo scrittore inglese, un augurio perché stia meglio. “Guarisci presto, la caccia agli orsi ha tenuto molti di noi sani di mente nell’ultima settimana durante il blocco”, scrive una madre della Nuova Zelanda su Facebook.
L’ideatrice neozelandese Annelee Scott ha spiegato che l’idea è nata per “intrattenere i piccoli”. Questa sta tenendo occupati, in aggiunta, i cittadini in autoisolamento, perché partecipano organizzando meticolosamente le proprie di finestre. Orsacchiotti affacciati, appesi, seduti, vestiti sempre in maniera diversa. E più la caccia è andata avanti, più è diventata complessa. I peluche si sono nascosti ogni giorno negli angoli più difficili da individuare, negli oblò dei soppalchi, nelle finestrelle dei giardini, delle cucina.