I docenti attraverso un e-book affronteranno il rientro in classe
Terminata l’emergenza coronavirus, il rientro a scuola per i bambini potrebbe rappresentare una sorta di trauma con paure, ansie e stress dovute al prolungato lockdown. Per questa ragione, occorre mettere in atto delle strategie per facilitare il ritorno alla normalità nel prossimo anno scolastico.
Rientro a scuola, due esperti curano un’e-book come supporto per gli insegnanti
Per preparare gli insegnanti di scuola primaria e secondaria al rientro a scuola, due esperti del Dipartimento di Filosofia e Scienze sociali umane e della formazione dell’università di Perugia, Michele Capurso e Claudia Mazzeschi, hanno fornito un e-book formativo. L’e-book è disponibile gratuitamente per tutti i docenti .
“Per definire le linee guida ci siamo riferiti alla letteratura esistente su trauma e stress e sulla comprensione della malattia nel bambino – spiega all’ANSA Capurso, docente e ricercatore in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione -, sosteniamo che ciò che le persone hanno vissuto al tempo del coranavrus, possa essere condiviso a scuola, con un insegnante capace di guidare la discussione”.
“Questo può consentire a bambini e ragazzi di rielaborare che hanno vissuto- osserva Capurso-, attraverso un insieme di attività proposte dal nostro corso, gli alunni possono capire che ciò che hanno provato, è comune alla gra parte delle persone. Queste cose sono gestibili con quello che prende il nome di “coping o adattamento“.
Il percorso didattico proposto, basato su schede didattiche e attività guidate, dura mediamente tre -quattro ore. I ricercatori raccomandano di svolgere il percorso nei primi due-tre giorni dalla ripresa delle lezioni, ancora prima di affrontare il normale programma scolastico. Si parte da un racconto individuale di ciò che s è vissuto, per proseguire con un lavoro a piccoli gruppi.
“L’insegnante può aprire spazi di condivisione – conclude Capurso -, per farlo deve sapere ascoltare, soprattutto con i ragazzini più grandi, senza voler arrivare alla conclusione del percorso che ha già in mente, ma lasciando che siano i ragazzi a costruire la propria storia”.