Fin dall’inizio della quarantena, i video on demand hanno avuto la meglio su Spotify e lo streaming musicale
Dall’inizio della quarantena i video on demand hanno avuto la meglio su Spotify e su lo streaming musicale.
I video on demand hanno superato di gran lunga lo streaming musicale, perchè le persone hanno perso progressivamente l’abitudine ad ascoltare musica dentro le mura domestiche, relegandone la fruizione durante i viaggi in auto, al momento, giocoforza, molto limitati.
Inoltre, le librerie delle varie piattaforme musicali rischiano di essere dispersive, con conseguente difficoltà nella scelta dei brani da ascoltare e nel trovare nuova musica.
Video versus musica: i dati
Secondo i dati di Nielsen, i principali canali televisivi hanno avuto un notevole incremento a fronte di una flessione dei servizi musicali di Spotify.
Nello specifico l’Ott ( servizio di streaming multimediale), svedese avrebbe perso, in Italia, il 20% dei consumi, secondo dati non ufficiali riportati dalla rivista Rockol.
Negli Stati Uniti, invece, la piattaforma ha perso il 7,6% degli ascolti nella settimana dal 13 marzo al 19 marzo, mentre i consumi televisivi hanno avuto una crescita del 60% . Anche le piattaforme di streaming Disney+, Apple TV, Hulu, Netflix e Youtube aumentano del 15/17% ogni settimana.
Alpha Data conferma questa analisi: si registra una diminuzione degli ascolti su Pandora pari al 9%, mentre del 7,3% su Spotify, Apple Music e Amazon Music.
I fattori del calo
In primis occorre notare come le famiglie siano passate dall’ utilizzare più account, per questioni di lavoro, ovvero dai vari spostamenti nel corso della giornata, a uno solo per nucleo familiare, costrette dalla coabitazione.
Vista la presenza di bambini, le famiglie hanno diversificato anche i generi musicali da ascoltare: scendono il pop (-8,3%), l’hip hop (-8,6%), l’RnB (-11,6) e la musica Latina (-14,2).
Questo ha diminuito le vendite dei dischi: gli album hanno avuto un decremento del 27,6%, mentre per quelli digitali, la flessione è del 12,4%. Infine, si osserva un calo nelle vendite dei singoli pari al 10,7%.