Da Palazzo Chigi è arrivato l’ok alle Regioni per le riaperture differenziate delle attività commerciali, sempre garantendo le regole per la sicurezza.
I governatori sono stati in pressing per giorni sul presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per anticipare l’apertura di alcune attività – negozi, parrucchieri, estetisti, ristoranti – prevista, come annunciato dallo stesso premier, dal primo giugno. Le attività potranno riprendere rispettando un protocollo Inail, in attesa di definizione.
“Si riparte: il 18 maggio anche le attività finora sospese potranno riprendere il loro corso sulla base di una puntuale programmazione regionale”, ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, al termine del confronto con il premier, e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza.
“Termina la fase necessaria di sospensione delle competenze regionali, si entra ora in una fase di ripartenza differenziata in base alle caratteristiche territoriali e ai dati epidemiologici di ogni singola zona con l’esercizio pieno dell’autonomia regionale”, aggiunge. Soddisfatto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “Conte ha accolto la richiesta di autonomia delle Regioni nella gestione della fase 2. Dal 18 maggio potremo aprire le attività in base alle esigenze territoriali, le proposte del Governo verranno integrate con quelle degli enti locali. E faremo monitoraggio, andiamo avanti con buon senso”. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha annunciato che “lunedì la nostra regione potrà’ riaprire tutte le attività’ economiche ancora chiuse, domani la Regione trasmetterà’ all’esecutivo
nazionale l’elenco di tutte le realtà’ interessate”.
La parola alle Regioni
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha chiesto al presidente Conte e al ministro della Salute, Speranza, “qual è il numero di tamponi ritenuto ottimale per la Fase 2, visto che la Puglia sta facendo investimenti milionari per l’acquisto di macchinari e reagenti per arrivare ad effettuare fino a diecimila tamponi al giorno” e “se non fosse il caso di individuare la soglia di tamponi ritenuta sufficiente e di procedere agli acquisti di macchinari e reagenti in modo collettivo”.
Sulla riapertura dei cantieri ha spinto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci: “L’esempio del ponte Morandi di Genova non deve restare in Italia l’eccezione ma deve diventare la normalità, se vogliamo anche in Sicilia accelerare la spesa pubblica e la riapertura dei cantieri”, mentre il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas ha ricordato che “nel corso della riunione abbiamo manifestato l’esigenza di un accordo tra lo Stato e le Regioni a Statuto speciale per trovare una soluzione alla riduzione del gettito fiscale, stimata in circa 700 milioni di euro, determinata dall’emergenza”.
“Continuo a pensare che aperture e sicurezza devono camminare insieme”, dice Nicola Zingaretti, sottolineando che nel Lazio “faremo scelte sulla base della valutazione delle curve epidemiche regionali. Non dobbiamo vanificare i sacrifici fatti sapendo che a maggiore sicurezza corrisponde maggiore fiducia a riprendere la vita sociale e di comunità. Stiamo costruendo con gli operatori regole chiare e fondamentale – conclude – sara’ il comportamento responsabile di tutti”.