Paolo Verri insieme a Gabriele Vacis lavorano per la riapertura degli spazi teatrali
Paolo Verri, l’artefice di Matera capitale Europea della cultura 2019, guarda alla “Fase 2” della cultura in Italia e parla della necessità di un “Piano strategico” per il settore.
L’artefice di Matera capitale d’Europa spiega all’Agi la ricchezza dei contenuti della cultura italiana
“Quando parliamo di cultura – Paolo Verri spiega all’Agi (Agenzia Giornalistica Italiana)-, andiamo da contenuti che consentono all’Italia di essere famosa nel mondo come i grandi patrimoni culturali, ai grandi artisti, fino ad arrivare alla “cultura di quartiere”. Secondo me è il momento di vedere la cultura nel suo insieme. La cultura, infatti, deve essere quel “software” che ci deve portare nel XXI secolo“.
“Se vogliamo competere a livello mondiale attraverso la cultura – osserva Verri -, non possiamo pensare che ci siano tanti soggetti come prima e che tutti possano fare tutto quello che hanno in mente. Anche perché non si può fare tutto quello che si vuole, se vogliamo che la cultura può essere il traino del sistema Paese, allora questo deve essere molto forte e organizzato”.
Altro aspetto, che secondo Paolo Verri, deve essere rafforzato è una maggiore convergenza tra la parte scientifica e la parte umanistica nell’ambito della cultura.
“Abbiamo settori come la ricerca, la medicina, la farmaceutica molto forti ed abbiamo donne straordinarie a capo delle grandi istituzioni, dell’aerospazio e dell’intelligenza artificiale-continua-,penso, ad esempio a Samantha Cristoforetti con tutto il “cluster” dell’aerospaziale”.
“Con Gabriele Vacis stiamo lavorando sulla riapertura dei teatri, stiamo cercando di capire rispetto alla fase 2 come fare in modo che siano dei luoghi dove, magari non ci sono più le sedie, ma la coscienza della collettività. Il teatro è un po’ il simbolo dall’antica Grecia passando per Shakespeare e Moliere fino ad arrivare ai giorni nostri”.
“Immaginiamo di avere rappresentazioni più brevi con meno persone-conclude-, che saranno monitorate, che prenoteranno magari online, ma vogliamo che la gente si riappropri del teatro inteso non solo come rappresentazioni, ma anche per momenti più lunghi nel corso della giornata. Stiamo cercando di capire con i prefetti, con le Asl, come riaprire questi spazi”.