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Ritorno a scuola a settembre: i 3 scenari possibili

Per il ritorno a scuola a settembre sono 3 gli scenari ai quali il Governo sta lavorando, a seconda dell’andamento dell’epidemia.

Secondo la vice-ministra dell’Istruzione, Anna Ascani: “i bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza”. “Quindi – ha proseguito la Ascani – nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado noi immaginiamo comunque di poter avere la scuola in presenza, naturalmente riducendo i gruppi classe, quindi per esempio facendo in modo che una classe sia divisa in due ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, cioè, ai curricula tradizionali più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori e utilizzando per questo altri spazi che stiamo individuando insieme agli enti locali”.

“Per quelli un po’ più grandi, che si gestiscono meglio anche da soli, -prosegue la Ascani- prevediamo che una parte dell’attività sia comunque fatta in presenza, perché anche loro hanno bisogno di rientrare a scuola, però molto probabilmente in questo caso la didattica a distanza continuerà ad essere una parte del loro curriculum. L’attività in presenza sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio”.

La posizione dell’Associazione presidi

Intanto l’Associazione nazionale presidi ha inviato una lettera alla ministra Lucia Azzolina elencando una serie di criticità da risolvere in vista degli esami di terza media ed ha avanzato richieste precise: “Lasciare all’autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d’esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, realistico, del 30 giugno”.

“Alle scuole – spiega Antonello Giannelli presidente dell’associazione nazionale dei presidi in una lettera rivolta alla ministra all’Istruzione Lucia Azzolina- è richiesto di varare, in tempi strettissimi, indicatori non solo sulla valutazione dell’elaborato, ma soprattutto su quella del percorso triennale. Ogni dirigente della secondaria di primo grado si troverebbe a dover riunire il collegio per deliberare i criteri di valutazione, dovrebbe, quindi, riunire i consigli di classe per declinare criteri e modi, individuare la tematica da assegnare ad ogni alunno e formulare proposte sul calendario delle presentazioni, infine dovrebbe assegnare un termine congruo per la formulazione dell’elaborato, almeno una settimana, e partecipare, presiedendo i rispettivi consigli, alla presentazione degli elaborati”.

La richiesta dei dirigenti è quindi quella di posticipare la data per la discussione dell’elaborato al 30 giugno. Ovvero ben oltre la fine della scuola.

“Conclusivamente – propone l’Anp– proprio tenendo conto dell’attuale emergenza e del cambiamento profondo che la scuola italiana ha subito in un arco così breve di tempo, pare opportuno non richiedere sforzi organizzativi enormi, così concentrati e, comunque, del tutto sproporzionati. Si suggerisce pertanto di lasciare all’autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d’esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, realistico, del 30 giugno”.

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