L’altare di Sant’Agostino di Cagliari ritorna in vita. A seguito del restauro causato dei danni subiti nella seconda guerra mondiale ora risplende come in passato. A causarne i danni i bombardamenti del 1943.
Rimesso a nuovo dopo le ferite della seconda guerra mondiale l’altare della chiesa di Sant’Agostino, nel quartiere di Marina a Cagliari. L’opera risale al XVIII secolo e la sua posizione è sempre stata quella: terza cappella di destra della navata centrale. Aveva subito danneggiamenti nel corso dei bombardamenti del 1943. Il lavoro di restauro è realizzato da Annalisa Deidda.
L’intervento è stato finanziato dal Rotary Club Cagliari Sud e dalla Rettoria di Sant’Agostino, con un contributo di sostegno dei Rotary Club di Cagliari Est e di Quartu Sant’Elena. La chiesa costituisce il più antico esempio di architettura rinascimentale di Cagliari: la costruzione avvenne nel 1577 dopo la demolizione dell’antica chiesa omonima, che ospitò nella sua cripta per circa 200 anni le spoglie del vescovo di Ippona.
La figura di Agostino, uno dei più grandi geni dell’umanità, il cui pensiero ha influito profondamente nella civiltà occidentale ha una valenza storico culturale enorme per la città di Cagliari. Questo intervento di rinascita dell’altare, vuole essere, in questo periodo segnato dalla pandemia COVID-19, anche un segno di rinascita del quartiere Marina e un segno di fiducia per gli interventi che accrescendo il livello storico culturale, migliorano l’offerta turistica in termini artistici storici a beneficio della città, della sua collettività e dell’indotto.
Nel XV secolo all’interno del quartiere della Marina naque la chiesa gotica di Sant’Agostino. Affiancata dal convento degli Eremitani, sul luogo in cui si credeva venisse custodito il corpo del santo prima di essere traslato a Pavia nel 725. Di quella chiesa resta attualmente una cappella ipogea. Si può accedere dall’interno di un palazzo che sorge sul lato stampacino del largo Carlo Felice.
Il regresso del tempio iniziò a metà del XIX secolo. A causa della legge di soppressione degli ordini religiosi (legge Siccardi). Chiesa e convento passarono in mano allo stato e successivamente al comune di Cagliari. I locali del convento erano utilizzati in parte come sede per l’asilo della Marina, mentre la chiesa venne chiusa al culto.