Inquinamento marino, scendono in campo i pescatori
Pronta a partire nelle aree costiere sarde la fase di sperimentazione del progetto FLAGS (Fishing Litter and Abandoned Gears in Sardinia) per la raccolta e il conferimento dei rifiuti trovati in mare.
Sono state presentate questa mattina in conferenza stampa, nella sede operativa del Flag Sardegna Orientale a Cagliari, le attività del progetto FLAGS – Fishing Litter and Abandoned Gears in Sardinia (FLAGS) – che ha come obiettivo generale realizzare un sistema organico di strutture, procedure, attrezzature e incentivi destinato al miglioramento delle condizioni ambientali delle acque territoriali sarde attraverso il coinvolgimento dei pescatori nel processo di raccolta di rifiuti a mare e loro conferimento e trattamento.
Il partenariato è composto dall’Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (Capofila), dai FLAG (Fisheries Local Action Groups) Sardegna Orientale, FLAG Nord Sardegna, FLAG Sardegna Sud Occidentale, FLAG Pescando – Sardegna Centro Occidentale.Il progetto si concentra sull’attività sperimentale di rimozione dal mare di rifiuti di varia natura, con particolare attenzione agli attrezzi da pesca dispersi e/o abbandonati, da parte di pescherecci selezionati tra quelli che praticano la pesca demersale e la piccola pesca in Sardegna.
I rifiuti, attentamente selezionati e individuati, verranno depositati in alcuni porti attrezzati e ricadenti nell’area dei FLAG sardi. Per fare questo, il progetto si sta adoperando per fornire i porti di appositi contenitori dedicati alla raccolta di rifiuti (come ad esempio isole ecologiche) mentre alle imbarcazioni verranno forniti contenitori e attrezzature adeguate alla raccolta e allo stoccaggio a bordo dei rifiuti.
I porti coinvolti sono i seguenti:
Porto de La Caletta di Siniscola; Porto peschereccio di Cagliari; Porticciolo Turistico di Villasimius; Porto di Calasetta; Porto di Sant’Antioco; Porto Turistico della Marina di Torregrande; Porto di Golfo Aranci e Porto di Porto Torres.
In ognuno di essi è stata svolta una indagine conoscitiva utile a comprendere l’attuale modello di gestione dei rifiuti e le tipologie di rifiuti smaltiti e a verificare la possibilità di posizionare piccole isole ecologiche dedicate alla sperimentazione prevista. Parallelamente è stata svolta una analisi dei progetti attualmente esistenti che si occupano di raccolta e monitoraggio di rifiuti in altri territori italiani e UE per poter capitalizzare al meglio i risultati ottenuti fino ad ora e lavorare al modello organizzativo previsto con maggiore efficacia.
I pescatori partecipanti, le cui imbarcazioni verranno selezionate con apposita manifestazione di interesse (almeno quattro per ognuno dei quattro FLAG coinvolti) sono da considerarsi i veri e propri protagonisti del progetto. Essi infatti contribuiranno alla sua riuscita concreta, raccogliendo i rifiuti dal mare, separandoli e conferendoli anche grazie ad una attività di sensibilizzazione e formazione realizzata dall’Università e dai FLAG.
I pescatori parteciperanno anche ad un contest chiamato “Marine Litter Awards” che, con video e foto, testimonierà l’attività di recupero dei rifiuti svolta dai pescatori. Tra gli attori che prenderanno parte al progetto ci saranno anche le imprese specializzate nello stoccaggio, nel trattamento e nell’eventuale riciclo del materiale raccolto. Il progetto prevede, inoltre, anche la realizzazione di una campagna di rilevazione tramite OTS e ROV per l’individuazione di depositi sottomarini di materiali inquinanti e di attrezzature da pesca disperse.
Al progetto verrà data massima visibilità con una campagna di sensibilizzazione rivolta a diversi target. Per la realizzazione delle linee guida della campagna di comunicazione, è stato somministrato, tra novembre e dicembre 2019, un questionario on line, rivolto a cittadini residenti e non e a turisti e visitatori della Sardegna.
Al questionario, che indagava la percezione da parte delle persone dei mari sardi, del pescato e dell’inquinamento costiero e marittimo, hanno risposto quasi 500 persone.
Alessandro Cau, responsabile scientifico del progetto FLAGS mare: “Le testimonianze degli operatori del settore e i dati della letteratura scientifica hanno messo in evidenza l’invasione dei rifiuti nei nostri mari; se di questo fatto non vi è alcun dubbio, al contrario, pensando agli operatori del settore sorge una curiosità: quanta spazzatura si potrebbe rimuovere dal mare durante le normali attività di pesca?
Il progetto FLAGS nasce per rispondere a questa domanda, a questa curiosità. FLAGS unisce in un unico e solido gruppo gli operatori, i FLAG dei mari sardi, i porti e le istituzioni. I risultati del progetto forniranno delle preziose linee guida per poter effettivamente valutare un possibile ruolo della comunità degli operatori in questo servizio, unico e prezioso, basandosi su dati scientifici.
Inoltre, il progetto FLAGS svolgerà le sue attività sfruttando dei servizi temporanei messi a disposizione nei porti aderenti. Questi servizi, auspichiamo, serviranno da apripista per future sinergie e miglioramenti che potrebbero rendere una pratica attualmente sperimentale, un virtuosismo consolidato”.
Benedetto Sechi, Presidente del FLAG Nord Sardegna: “In attesa che il vuoto normativo venga colmato con la legge salvamare, questo progetto riveste grande importanza, anche per la classificazione dei rifiuti e il loro smaltimento. Ricordiamo che l’80% dei rifiuti trovati in mare è veicolato da corsi d’acqua fluviali”
Renato Murgia, Presidente del FLAG Sardegna Orientale: “Abbiamo voluto fortemente questo progetto, anche per avere una statistica reale di cosa si possa raccogliere.
Nei prossimi 18 mesi, saremo in grado di tracciare i rifiuti grazie ai report durante le cale e di dare loro un’immediata destinazione: il riciclo oppure lo smaltimento ecosostenibile. E’ anche l’inizio di un nuovo percorso di autoresponsabilizzazione e di una nuova mentalità nel rapporto con il mare”.
Mauro Tuzzolino, Direttore del FLAG Pescando Sardegna Centro Occidentale: “Non è solo un’aspirazione ambientalista o una questione estetica, a motivarci. Le microplastiche vengono ingerite dalla fauna marina, c’è in ballo la nostra salute. E il pescatore diventa protagonista, supportato dall’istituzione scientifica”.
Nicoletta Piras, Direttrice del FLAG Sardegna Sud Occidentale: “Il progetto F.L.A.G.S. rappresenta una nuova opportunità, legata alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e permette di costruire una rete efficace con le amministrazioni locali e le altre istituzioni preposte al controllo dell’ambiente marino. Inoltre, aiuta a sfatare il ruolo del pescatore come predatore del mare, per farne il suo custode”.