il giardino dei gelsi teatro il crogiuolo

La rassegna “Il giardino dei Gelsi” riparte da venerdì 3 luglio

Apertura della stagione teatrale d’estate de Il crogiuolo

Si intitola “Il giardino dei gelsi”, la rassegna di teatro d’estele, ideata da Il crogiuolo con la direzione artistica di Rita Atzeri, 8 appuntamenti, tra luglio ed agosto 2020, ore 21, nella bellissima cornice del giardino di Casa Saddi, in via Enrico Toti 24 a Pirri, per ritrovarsi con impegno e leggerezza, dopo le restrizioni imposte dal Covid 19, anche con il pubblico dei giovani e degli adulti.

La rassegna consente di vedere sulla scena dei protagonisti indiscussi del teatro sardo, da Mario Faticoni a Gisella Vacca, da Marta Proietti a Francesca Falchi per finire con Manuela Ragusa e Rita Atzeri, riuniti per l’occasione a testimoniare l’amore per il teatro e il desiderio di ritrovare il pubblico.

Ad aprire la rassegna stagionale venerdì 3 luglio “Donne dell’underground”, di Marta Proietti, con Marta Proietti e Carla Orrù, una fusione di brevi monologhi brillanti. Piccoli “mostri”, brevi ritratti “maledetti” di donne “al margine”, donne “dell’underground”, alla ricerca di una rivincita, personaggi grotteschi e mostruosi, spesso odiosi e insopportabili…
Le protagoniste, Marta Proietti e Carla Orrù, dividono la scena con ironia e leggerezza, offrendo agli spettatori un improbabile (ma non troppo!) “spaccato” femminile. I personaggi appartengono a storie che ci fanno sorridere, ma anche riflettere sulla condizione “underground” della donna.
Il 10 luglio, sarà la volta di “Sulla mia carne morbida – il recital”, di e con Gisella Vacca e con Renato Muggiri al piano.
Sulla mia carne morbida (Cenacolo di Ares 2017) è il debutto editoriale di Gisella Vacca, già autrice di alcune canzoni e poesie non edite, in lingua sarda, italiana e catalana, che l’eclettica artista interpreta nei suoi recital. Nel recital, articolato sui testi del libro, accompagnano le poesie numerosi canti del repertorio di Gisella Vacca: canzoni d’amore e disamore, che accentuano le emozioni e contribuiscono a definire le atmosfere suggerite dai versi; i canti del Sud del mondo, dei popoli oppressi, che tornano spesso nei lavori dell’artista barbaricina, e altri canti particolarmente amati. Non manca l’omaggio simbolico a tutte le poetesse e le autrici che l’hanno nutrita con le loro opere.
Un classico nel repertorio dei padroni di casa va in scena venerdì 17 luglio, si tratta di “Suono di pietra. Concerto di poesia civile sarda” di Mario Faticoni, con Mario Faticoni e Rita Atzeri
al pianoforte Alessandro Olla, musiche orgininali Alessandro Olla, produzione Il crogiuolo. Occasione importante per rivedere sulla scena uno dei decani del teatro sardo in uno spettacolo di poesia civile sulla società sarda degli anni Settanta-Ottanta, la disgregazione economica, sociale, affettiva e psicologica, d’una “terra che non ride”, come recita una raccolta di di Antonio Sini. In 40 minuti la denuncia, l’indignazione, la rivolta, qualche volta la rassegnazione e il desiderio di fuga, di un popolo sofferente, ritratto da Romano Ruju, Francesco Masala, Benvenuto Lobina, Antonio Sini e Giovanni Dettori .
Spettacolo nato nel 1982 come solitaria serata di Mario Faticoni per alunni e genitori, divenuto nel tempo uno spettacolo vero e proprio con l’apporto dell’attrice Tiziana Dattena e vari musicisti. Fino all’approdo nel ’95, a Lula,  alla formula attuale, concerto con Mario Faticoni, Rita Atzeri e Alessandro Olla pianista improvvisatore. Sarà questo, della musica improvvisata in sintonia con la voce degli attori, lo stile che accompagnerà negli anni lo spettacolo dal nuovo titolo “Suono di pietra”. Un classico che oltrepasserà le duecento repliche. Pubblicato, cd annesso, in una bella edizione dalla cagliaritana Condaghes.

Ancora Gisella Vacca protagonista della rassegna giovedì 23 luglio, con un’opera in prima assoluta, “Le canzoni del ritiro”, di e con Gisella Vacca, Nicola Meloni – piano e Pierpaolo Vacca – organetto.
All’inizio del periodo che siamo stati invitati a vivere dalla fine dell’inverno scorso, ho iniziato prima di tutto a utilizzare per questo tempo sospeso nomi più evocativi, rifiutandomi persino di nominare la sua causa scatenante col nome e il cognome di cui era invaso l’etere; l’ho battezzato romanticvirus negli hashtag; ho chiamato questi mesi “Ritiro”. Credendo che si sarebbe dissolto a breve, ho iniziato come tanti ad approfondire le pulizie di casa, a trafficare in cucina, creando nuovi piatti vegani sperimentali; ho lavorato compulsivamente presine, uccellini e cuoricini all’uncinetto. Infine ho aperto uno dei miei polverosi cassetti delle idee.
Questi canti non sono legati da un filo logico, come normalmente succede nella struttura dei miei recital: li tiene uniti nel copione il fatto di aver abitato lo stesso polveroso cassetto dei sogni e ognuno ha la sua storia, che si intreccia con la mia. Alcuni, li eseguo in pubblico per la prima volta, nonostante li abbia cantati a squarciagola nelle situazioni consone.
Mentre li canto, ripasso la lezione calviniana: sempre, bisogna trovare nell’inferno ciò che inferno non è e onorarlo. Non era inferno il silenzio, la tregua, il tempo moltiplicato per la meditazione, il tempo per parlarsi e scavarsi e conoscersi in profondità, il dolore dolce della nostalgia, dell’assenza. Non è inferno, non lo è mai, il tempo per un nuovo canto. G. V.

Il 31 luglio, in scena,  invece, la rassegna “Cantico del mare”, con Manuela Ragusa e Mario Pierno, chitarra – sound engineer
Questo progetto nasce dal desiderio di poesia e da una ricerca sui suoni provenienti dalle nostre radici. Prende il nome di “Cantico dal Mare” poiché il mare rappresenta un collante fra tante terre diverse e rende un “Unico” il mondo; Così come fa la musica. Partendo dalle nostre origini, intraprenderemo un viaggio negli abissi dei sentimenti umani, utilizzando linguaggi, ambientazioni etniche ma anche strumentazioni moderne.
Abbiamo voluto integrare a fine spettacolo un videoclip che utilizza le note del Deus ti Salvet Maria (l’ “Ave Maria” sardo) per accompagnare la storia di una violenza, un buio illuminato solo dalla corsa verso la speranza, luce ritrovata nel mare.

 Altro classico nel repertorio della compagnia Il crogiuolo, verrà riproposto dopo anni di assenza dalla scena cagliaritana, il 7 agosto, quando andrà in scena la rassegna: “Gene mangia gene”, spettacolo di e con Rita Atzeri, regia Mario Faticoni.
Sintesi della raccolta di una miriade di informazioni, lo spettacolo ,ci conduce per mano attraverso un “universo globale” fatto di mucca pazza, mais transgenico e scarti industriali utilizzati per arricchire gli alimenti. In altre parole, un tentativo di indagine nel vivere contemporaneo, uno sguardo insieme ironico, intransigente e complice sui grandi problemi dell’era del consumismo.
Tra passato presente e futuro lo spettacolo accompagna lo spettatore in un viaggio che passa dalle vecchie aziende agricole, anfitrione un burattino avo dei coltivatori diretti, alle moderne aziende dove i polli vivono in “lattina” e le mucche sono “dopate”.

Lo fa correre tra i banconi di un supermercato a caccia dell’offerta speciale, lo fa spasimare e indignare per il “terrorismo psicologico” dei mezzi busti della sera e commuovere per le storie di prevaricazione che hanno per protagonisti bambini e vecchi.

Ancora protagonista la rassegna de Il crogiuolo il 21 agosto con “Borgo estatico”, da Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, adattamento Mario Faticoni, con Mario Faticoni e Rita Atzeri
 “Un romanzo quasi rimosso dalla coscienza dei sardi, poco amato dagli intellettuali perché spietato, pessimista, senza speranza e senz’appello. Eppure un capolavoro della letteratura mondiale.
Quando il suo autore morì stava ancora in un cassetto. Venne fuori cinque anni più tardi, nel 1979, e per Salvatore Satta, giurista e scrittore finissimo dalle qualità pressoché sconosciute, si aprì una breve stagione di gloria, prima di tornare nel limbo dell’emarginazione, del silenzio.

Testo scomodo e, nella sua straordinaria bellezza, praticamente irrappresentabile. Una scrittura sapiente, misurata e nello stesso tempo “calvinianamente” leggera, impedisce al drammaturgo l’utilizzo di ogni trama. Separata da quel finissimo intreccio che nelle pagine di Satta lega i personaggi alla loro città, Nuoro, la storia stessa della famiglia Satta-Carboni si sbriciola, riducendosi a povere banalità, immagini sbiadite e sfuocate”  Dopo i primi tentativi di affidare ad altri registi l’allestimento, nell’autunno del ’95, nel ventesimo anniversario della morte di Satta, Mario Faticoni decide di rischiare da solo, adattando il testo e dirigendo se stesso e un gruppo di allievi, tra cui l’esordiente Rita  Atzeri,  in “Borgo estatico, primo esercizio scenico”.

Da quell’esperimento rimasto  incompiuto deriva l’attuale forma concerto, che esalta l’elaborazione drammatica delle atmosfere create dall’autore nuorese , i personaggi, Donna Vincenza e Don Sebastiano, Fileddu e il suo memorabile funerale, Zeromia e la sua cornetta, la vecchia prostituta Gigia, Ludovico e Celestina, Pietro Catte  dal tragico destino…

La rassegna si chiude venerdì 28 agosto, con un’anteprima nazionale, riservata ai maggiori di 18 anni, lo spettacolo è “Madame (S)ex Up”di e con Francesca Falchi.
Dopo La Madonna mi guarda e piange e SANTA SUBITO (spettacolo selezionato al Roma Comic Off 2019 e al Milano Fringe Off Festival 2019) Francesca Falchi torna ad esplorare gli impervi sentieri della stand-up comedy con uno spettacolo che parla di sesso, ex e mortilloni. Con alle spalle una menopausa programmata ed una pandemia accidentale in MADAME (S)EX UP l’attrice ed autrice sarda esplora il baratro della singletudine forzata e fornisce i dettagli che le hanno permesso di sopravvivere ad un contenzioso sul bondage con un Winnie The Pooh fuoriuscito dal mastello dell’indifferenziato.

Se il “giochiamo al dottore e l’infermiera?” è diventato un incubo piuttosto che una pratica erotica, Francesca Falchi vi aiuterà a recuperare la fiducia nel vostro potenziale erettile e nella vostra seduttività uterina e a mettere in atto un “repechage” degli scartati/e che “ogni lasciata è persa” diventerà il vostro mantra per le prossime Olimpiadi del sesso virtuale.

Perché l’amore è come le pere: pure la buccia riempie.


About Marco Melis

Marco Melis, in arte Markitto, Dj, Produttore musicale, Performing Artist. Un unico amore, passione e stile di vita: la Musica.

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