“Solo con la medicina di precisione sarà possibile trattare ogni persona secondo le proprie caratteristiche specifiche e tenendo conto delle differenze di sesso e genere”
In Italia la differenza di sesso e genere nelle malattie mentali, tra cui schizofrenia e depressione, è molto diffusa, tuttavia vengono effettuati pochi studi clinici.
Il progetto Women’s Brain Project (WBA) combatte la differenza di genere nelle malattie mentali, analizzando criticità per migliorare la situazione.
Per questo motivo Mondosanità ha organizzato il Webinar ‘DIFFERENZA DI SESSO E GENERE NELLE MALATTIE DEL CERVELLO E DELLA MENTE NELL’ERA POST COVID-19’, in collaborazione con WBA, Eurocomunicazione, Officina Motore Sanità e Lundbeck.
“La pandemia sta mostrando come le donne che si infettino col virus COVID-19 subiscono minori complicanze e hanno rischi di mortalità inferiore rispetto agli uomini”
“Questa osservazione è importante per il nostro progetto dato che tiene conto dell’impatto che il fattore sesso e genere ha sulle malattie cerebrali e mentali”.
“Con il termine sesso ci riferiamo al nostro DNA mentre con genere s’intende il modo in cui la società ci cataloga e ci fa assumere il ruolo di donna o uomo al suo interno”.
“La nostra ricerca ha evidenziato che le differenze di sesso e genere esistono in termini di prevalenza e incidenza, nei sintomi riportati dal paziente, nel modo in cui viene diagnosticata la malattia e come essa progredisce nel tempo e infine come viene trattata”.
“Ad esempio, se consideriamo l’Alzheimer, l’emicrania, la depressione, la sclerosi multipla e alcuni tumori cerebrali, la maggior parte dei pazienti sono donne”.
“Al contrario, Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica e ictus sono maggiormente predominanti negli uomini”.
“Analizzare le differenze di sesso e di genere ci aiuta a valutare il beneficio e il rischio di un trattamento e di un intervento. Includendo nella nostra analisi questi fattori saremo in grado di raggiungere la medicina di precisione”
“Apriremo la strada ad una medicina che tratti ogni persona secondo le sue caratteristiche specifiche. Ciò renderà sostenibile il sistema sanitario riducendo costi e sprechi”, ha spiegato Antonella Santuccione Chadha, medico e neuroscienziato, CEO di Women’s Brain Project.
“Le differenze di genere esistono non solo nella diversa incidenza delle malattie ma anche nei sintomi, nell’accesso alle cure e nella risposta ai farmaci”
“Per quanto riguarda patologie neuropsichiatriche e differenze di genere, il Parkinson, ad esempio, colpisce frequentemente i maschi mentre le donne presentano effetti indesiderati dall’uso cronico di levodopa”.
“Dal nostro lavoro emerge che le donne hanno un diverso metabolismo della levodopa che determina l’accumulo del farmaco in circolo, aumentando le probabilità di sviluppare discinesie motorie”.
“Similmente, nella schizofrenia, studi di Real World Evidence, suggeriscono l’esistenza di disparità di genere a sfavore delle donne nella continuità terapeutica ed assistenziale”.
“La nostra ricerca ha dimostrato che la popolazione femminile risponde meno agli interventi psicosociali con aumento del rischio di ospedalizzazione in strutture a lunga degenza”.
“Dopo il lockdown più del 20% delle persone mostra disturbi post-traumatici da stress, depressione e ansia”
“Le donne sono la categoria più colpita perché gravate dalle responsabilità professionali e della famiglia e molte di esse sono state vittime delle violenze domestiche”.
“Anche in gravidanza e nel post-parto si registra un aumento fino al 40% della depressione e fino al 72% dell’ansia nel post lock-down ”.
“La mia UOC lavora per promuovere la farmacologia di genere a supporto delle donne fin da prima della pandemia” ha detto Amelia Filippelli, professore al Dipartimento di Medicina dell’Università di Salerno.