Coldiretti: fronte comune contro norma europea sull’etichetta dei vini
La forza del vino è quella di identificarsi con il suo territorio e di riuscire a trasmetterlo con i suoi sapori e profumi.
Potere che porta ad associare il nome del vitigno alla terra di origine. Quando vediamo o pensiamo ad un Cannonau automaticamente associamo l’immagine della Sardegna ed in particolare quella del centro.
“Sarebbe una sconfitta non solo della viticoltura ma di tutta la Sardegna vedere i nomi dei nostri vitigni storici in etichette di vini non sardi”
Un’identificazione totale che non può essere messa in dubbio o scalfita dalle norme e dalla burocrazia. Per questo Coldiretti Sardegna bolla “come assurdo e da rispedire immediatamente al mittente, attraverso una presa di posizione forte e collettiva guidata dalla Regione, la norma europea che rischia di “liberalizzare” e quindi di poter vedere nelle etichette di altri vini italiani il nome di alcuni vitigni tipici sardi, in primis il Cannonau, simbolo della nostra viticoltura, ma anche del Nuragus, Nasco, Semidano e Girò”.
Cannonau, principe dei vitigni sardi
Un attentato alla tipicità dei territori e delle sue produzioni agroalimentari. Una omologazione che non fa del bene a nessuno e che mira al principe dei vitigni sardi, il Cannonau. Quest’ultimo è infatti il vino di gran lunga più prodotto in Sardegna al quale è destinato il 27% della superficie vitata sarda: 7.411 ettari su 27.217, dei quali 4.875 si trovano nella vecchia provincia di Nuoro.
Non solo il Cannonau a rischio
Gli altri vitigni a rischio sono:
– il Nuragus di Cagliari (1.492 ettari coltivati Cagliari su un totale di 1.880 in tutta la Sardegna);
– il Nasco che conta 147 ettari (131 nella vecchia provincia di Cagliari);
– il Semidano (38 ettari dei quali 17 a Cagliari e 20 a Oristano);
– il Girò (88 ettari 44 dei quali nella ex provincia di Sassari).
L’appello alla Regione di Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna
“Questa battaglia ci deve vedere tutti in prima linea ed uniti” sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu. “Sarebbe una sconfitta non solo della viticoltura ma di tutta la Sardegna vedere i nomi dei nostri vitigni storici in etichette di vini non sardi. Ci appelliamo alla Regione affinché faccia tutti i passaggi formali del caso e batta i pugni nel tavolo in difesa della nostra identità – continua il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – consapevole che non si troverà da sola che avrà il sostegno sicuramente di tutta la Coldiretti e siamo certi di tutto il popolo sardo. È una norma che va bocciata e rispedita al mittente ed è giusto che l’utilizzo dei nomi sia appropriato alla terra di provenienza storica”.