Secondo i calcoli del Sib la Sardegna ha una stima del -70% mentre Campania, Calabria, Sicilia e Veneto sono a -40%
Il crollo del turismo in Sardegna secondo una ricerca dell’ateneo sassarese
“Difficoltà di accesso alla Sardegna, scarsa e errata comunicazione da parte delle istituzioni nella fase 3 e promozione della destinazione latitante”.
Questi sono i dati forniti da una ricerca dell’Università di Sassari e che ha coinvolto gli operatori del settore turistico sardo.
Giacomo del Chiappa, docente di Marketing del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali ha realizzato quest’indagine per l’università sassarese.
Lo studio si basa su un campione di 360 strutture ricettive dell’Isola, tra hotel e strutture extra alberghiere.
I turisti che hanno prenotato sono per lo più italiani: il 75%, di cui il 22% sardi. Gli stranieri sono solo il 25%, concentrati nella seconda parte della stagione.
Queste prenotazioni determinano un tasso di riempimento che non supera il 10% delle camere disponibili, nel 43% degli alberghi a luglio, 30% ad agosto, 55% a settembre e 79% a ottobre.
Il 30% di riempimento, inoltre, non viene superato dal 79% degli hotel a luglio, dal 71% ad agosto, 84% a settembre e 92% a ottobre.
Possiamo affermare che la stagione estiva 2020 e in particolare il turismo balneare si rivela tra i settori più colpiti all’indomani della fine del lockdown incidendo in maniera drastica sull’economia sarda.