Covid-19, da settembre l’Università di Cagliari avvierà lo screening sierologico sugli studenti e sul personale. Si comincia dalla facoltà di Medicina e Chirurgia
L’Università di Cagliari da settembre dà inizio allo screening sierologico sugli studenti e sul personale. L’iniziativa nasce con la rete di solidarietà sociale “Ad adiuvandum” anche al fine di prevenire nuovi focolai del virus. Si comincerà dalla facoltà di Medicina e Chirurgia.
Questo è quanto emerso dall’incontro di ieri mattina in Rettorato tra Maria Del Zompo, Rettore dell’Ateneo cagliaritano, Francesco Marongiu, Prorettore per le attività sanitarie, e la Presidente della Rete Maria Antonietta Mongiu. Nell’indagine – che progressivamente coinvolgerà tutto l’Ateneo – saranno coinvolti inizialmente il personale della Facoltà di Medicina e Chirurgia e dei Dipartimenti di Scienze Biomediche, Scienze Mediche e Sanità Pubblica e Scienze Chirurgiche. Saranno compresi, inoltre, gli studenti, escluse le matricole, per un totale di circa 1700 iscritti e 300 membri del personale.
“Alla ripresa delle lezioni e degli esami – ha spiegato la prof.ssa Del Zompo – ci proponiamo di avviare uno screening sugli studenti e sul personale docente e tecnico-amministrativo dell’Ateneo. Il fine è quello di prevenire nuovi focolai del virus”.
Un atto d’amore
“Fare il test – ha sottolineato Maria Antonietta Mongiu, della rete Ad Adiuvandum – è un atto d’amore per sè, per la propria famiglia, per la Sardegna“. Si tratta di un primo concreto passo in avanti in Ateneo. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna e il Ministero della Difesa con le Forze Armate. Insieme, vi sono anche associazioni e altri promotori (Gruppo L’Unione Sarda, Amici di Sardegna Uniti contro COVID-19, Sarda Bellezza). Realizzano congiuntamente un’azione di tutela della salute nell’ambito dell’emergenza sanitaria da COVID-19.
Nell’ottica di una condivisa visione istituzionale e sanitaria, la Rete Ad Adiuvandum ha avviato una raccolta fondi per realizzare un’analisi a campione, senza fine di lucro. Questa deve affiancare e rafforzare l’azione degli Uffici sanitari della Regione Sardegna nel contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19. La raccolta è finalizzata all’acquisto di dispositivi sanitari e strumentazione per le analisi.
L’idea dei promotori è coinvolgere il maggior numero possibile di persone: priorità a chi ha particolari patologie, ma anche a chi, soprattutto per motivi di lavoro, o come in questo caso di studio, è giornalmente a stretto contatto con decine di persone.