La Sardegna è ancora terra di innovazione. La terza giornata del Sios 2020 – Startup Italia Open Summit – curata da Innois ha fatto il punto sulle potenzialità di un territorio che è pronto a scommettere di nuovo sulle opportunità di un futuro digitale.
La Sardegna è ancora terra di innovazione. La terza giornata del Sios 2020 – Startup Italia Open Summit – curata da Innois, ha fatto il punto sulle potenzialità del nostro territorio. Dopo i traguardi di avanguardia dei primi anni ’90, è stato sottolineato come in Sardegna si trovi adesso nuovamente un ecosistema particolarmente attrattivo per le aziende innovative, fatto di competenze, di infrastrutture e di risorse.
“Abbiamo avuto qualche battuta d’arresto ma anche la pandemia ci aiuterà ad aguzzare l’ingegno. Potremo così tornare protagonisti come lo siamo stati nella prima fase dello sviluppo di Internet”, così ha esortato nel suo saluto Antonello Cabras – Presidente della Fondazione di Sardegna.
E di ingegno e talento, hanno parlato nell’ambito del “Sios 2020“, i due rettori delle Università di Cagliari e Sassari, Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli e l’amministratore unico del Crs4, Giacomo Cao. Ricordando nei loro interventi come istruzione e ricerca siano al centro di qualsiasi progetto di ripartenza che oggi riguarda tutto il paese. Un progetto che ha alla base il sostegno alle idee innovative come lo “Sportello Start Up”, attivo nel centro di Sardegna Ricerche. Che si occupa – come ha spiegato Maria Assunta Serra, Commissario dell’ente, di accompagnare le idee dalla prima “bozza” lungo tutto il suo sviluppo.
Necessità di risorse e investimenti
Un percorso che, però, ha bisogno di risorse, sia pubbliche che private. A cominciare dagli stanziamenti del Recovery Fund e del miliardo di euro del fondo nazionale dell’Innovazione. “Abbiamo già iniziato investire nelle nostre startup”. Ha detto Enrico Resmini, amministratore di CDP Venture Capital che gestisce il fondo. “Stiamo intervenendo nei punti deboli del sistema per usare al meglio le risorse messe a disposizione dal Governo ed elevare la qualità media delle startup”.
Un punto di vista condiviso anche dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Alessandra Todde. Che ha evidenziato come la Sardegna possa essere uno dei punti forti del sistema nazionale dell’innovazione. Dove le idee vengono “scambiate, condivise e messe a terra”
E anche il sistema degli investitori privati ha colto le opportunità di investire in un territorio come la Sardegna.
Nel loro panel Andrea Di Camillo, Founding Partner di P101 Ventures, Gianluca Dettori, Executive chairman di Primomiglio hanno riconosciuto come l’emergenza sanitaria che ci ha investito abbia messo in rilievo l’importanza del digitale nelle nostre vite. Di quanto sia stata significativa la risposta in termini di idee e investimenti e di quanto, ancora di più, lo sarà in futuro. In questo senso la Sardegna ha molte potenzialità ancora inespresse.
Da parte di Massimiliano Magrini, Founder e Managing Partner di United Ventures e Fabio Cannavale, Ceo di Lastminute Group si è sottolineato come anche in Italia sia giunto il momento che le grandi corporate e gli investitori internazionali entrino con decisione e convinzione nel panorama nazionale delle startup.
Conclusioni
“La Sardegna è stata la base di tante startup di grandissimo successo – ha affermato Carlo Mannoni, Amministratore unico di Innois – vogliamo fare in modo che si continui così: è la sfida del progetto Innois”.
Le conclusioni del SIO 2020, nella terza e ultima mattinata di lavoro, sono state affidate all’architetto Carlo Ratti. “La pandemia sta accelerando tantissimi trend. In poche settimane sembrano passati almeno 10 anni”, ha riflettuto l’architetto Carlo Ratti, responsabile del Senseable City Lab al MIT di Boston. “Spero che una delle cose che non torneranno sarà di fare un giro del mondo solo per un meeting di poche ore. Le videocall hanno dimostrato che non è essenziale la presenza fisica in una riunione. Meno spostamenti e meno spostamenti asincroni. E questo potrebbero risolvere uno dei grandi problemi delle città del 900: le congestioni nelle ore di punta”.