Esiste un legame assoluto tra l’Uruguay e il Cagliari. Un legame che dura ormai da trent’anni ed è figlio di un incontro quasi casuale che ha finito col perdurare per sempre ed è ancora oggi vivissimo.
Era l’estate del 1990 quando Enzo Francescoli, capitano e principale giocatore della Celeste, decideva di accettare l’offerta della società sarda che lo prelevò con coraggio e un’importante operazione economica dall’Olympique Marsiglia. Dopo il mondiale di Italia ’90, al Cagliari arrivarono anche José Herrera e Daniel Fonseca, rispettivamente centrocampista e attaccante, con i quali ‘Il Principe’, come era chiamato Francescoli, formò uno storico gruppo che avrebbe piantato al Sant’Elia il seme della cultura ‘charrua’ (sinonimo di uruguaiano). Tra Francescoli e l’intero ambiente di Cagliari sarebbe stato amore a prima vista, un amore che ancora oggi dura e si manifesta ogni qual volta l’ex trequartista torna sull’isola per rivivere i tre bellissimi anni che passò in loco. Come dimenticare, infatti, la strepitosa annata 1992-93 che vide i rossoblù qualificarsi a sorpresa per la Coppa UEFA dell’anno successivo.
Dopo Francescoli furono tanti gli uruguaiani che avrebbero contribuito a rinforzare questo vincolo. Oltre a Fonseca, un bomber di razza poi passato al Napoli, sarebbe arrivato in rossoblù un trequartista dal piede sopraffino come Fabian O’Neill. Corpulento ma dal piede fatato, O’Neill avrebbe fatto impazzire il Sant’Elia con una serie di prestazioni da urlo, guadagnandosi così il rispetto di tutta l’Italia del calcio e riuscendo anche ad attirare l’attenzione della Juventus.
L’attenzione delle altre società sportive
La società bianconera, anche l’anno prossimo favorita alla vittoria dello Scudetto secondo le quote per scommettere online di bet365, puntò sull’estro dell’uruguaiano dopo grandi stagioni a Cagliari. Quest’ultimo, tuttavia, non si sentì del tutto comodo nell’ambiente difficile di Torino, qualcosa di totalmente distinto rispetto a quello che aveva conosciuto in Sardegna. Più avanti sarebbe arrivato al Sant’Elia un altro uruguaiano con voglia di stupire, quel Diego Luis Lopez poi diventato simbolo della società isolana in seguito alla sua nomina da allenatore, posto che avrebbe occupato prima nella stagione 2013-14 e poi in quella 2017-18 fino all’esonero al termine della stessa.
Da calciatore Lopez lasciò un grande ricordo ai tifosi cagliaritani, visto che si tratta del quinto giocatore nella storia della squadra rossoblù per presenze in campionato, con un totale di 314 partite realizzate condite da sette reti. In generale, però, l’ex centrocampista centrale si fece amare dal Sant’Elia per il suo spirito combattivo e il suo attaccamento alla maglia.
Uno dei più amati di tutti fu però l’attaccante Dario Silva, un diavoletto tascabile ma dalla grande velocità e dall’eccelso dinamismo. Arrivato a Cagliari nell’estate del 1995, fece parte di una squadra che retrocesse in B due anni dopo, prima di realizzare la sua migliore stagione di sempre segnando 13 reti in 27 presenze trascinando i rossoblù alla promozione in Serie A nell’annata 1997-98 e restando per sempre uno degli idoli della recente storia del Cagliari. L’ultimo arrivato, Nahitan Nandez, è stato invece protagonista dell’ultima importante stagione in Serie A, all’inizio della quale i sardi hanno orbitato addirittura in zona Champions.