Immersa nel paradisiaco arcipelago della Maddalena, è considerato uno dei paesaggi più belli del mondo, con i suoi 50 Ettari di natura unica
L’isola di Santo Stefano, con i suoi 3 chilometri quadrati, è la quarta dell’Arcipelago della Maddalena per estensione. E’ leggermente collinosa: la punta più alta è il Monte Zucchero che tocca i 101 metri sul livello del mare. Dopo la dismissione della base della Marina Militare americana una parte dell’isola è in attesa di un progetto di valorizzazione. Il resto di Santo Stefano, frequentata solo dai turisti ospiti delle strutture ricettive, per una vacanza all’insegna del puro relax. Nell’isola di Santo Stefano si trovano numerose erosioni a tafoni nelle quali l’uomo ha trovato riparo sin dall’epoca neolitica e, tra le tante, la cava di granito di Villamarina, in uso fino alla seconda guerra mondiale. Al suo interno si trovano ancora blocchi di pietra semilavorati, tra cui un colossale busto di Costanzo Ciano, padre di Galeazzo, gerarca fascista, vero monumento alla transitorietà e caducità del potere. I colori del mare che vanno dal turchese al blu, si fondono con il caldo rosa delle rocce di granito. Una costa frastagliata, accarezzata costantemente dalla brezza e piccole spiagge di sabbia bianca rendono questo luogo un vero capolavoro della natura.
Forte di San Giorgio
Nell’isola è possibile ammirare tra le poche costruzioni dell’isola di Santo Stefano il Forte San Giorgio (1773). Questo forte fu progettato e costruito subito dopo quello dl Carlo Felice. Conosciuto anche come Forte di Napoleone, perché da questo edificio il generale corso, bersagliò il centro abitato di La Maddalena nell’attacco all’arcipelago il 23 febbraio 1793.
Al piano terra vi era un piccolo corpo di guardia situato esternamente all’ingresso. Percorrendo un corridoio si arrivava a due sotterranei, comunicanti fra loro, adibiti a prigione o magazzini. Successivamente ad un altro locale, più grande, destinato a quartiere per i soldati e gli ufficiali. Attraverso una rampa di scala si accedeva al piazzale sul quale si trova una piccola camera ed una polveriera. Sui prospetti ovest e nord si aprivano, sui parapetti, le troniere per le bocche da fuoco. Si accede al forte attraverso il molo dell’ex villaggio Valtur o sbarcando a Villamarina, attraverso il sentiero che, partendo dalla banchina, corre in direzione ovest.