Domani sabato 22 agosto h 21.30 a Macomer debutta PIOVE GOVERNO LADRO di e con Senio GB Dattena. In replica domenica 23 agosto h 21 a Ozieri.
Dialoghi surreali e divagazioni “filosofiche” in “Piove Governo Ladro”. Il nuovo spettacolo firmato dall’attore, autore e regista Senio Giovanni Barbaro Dattena. Anche protagonista sulla scena insieme con Mariano Cirina, che debutterà in prima nazionale DOMANI (sabato 22 agosto) alle 21.30 sul palco sotto le stelle nel cortile delle ex Caserme Mura di Macomer. Per la Stagione di Prosa 2019-2020 organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. La tournée nell’Isola proseguirà domenica 23 agosto alle 21 al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri. E infine sabato 5 settembre alle 21 nel Piazzale dell’Istituto Salesiano di Lanusei per un intrigante viaggio nei labirinti della mente e del cuore attraverso i proverbi e la massime popolari che racchiudono in poche parole intuizioni e spunti di riflessione sui misteri e le contraddizioni dell’esistenza umana.
“Piove Governo Ladro” rappresenta la sintesi folgorante e paradossale tra una condizione meteorologica e il rapporto non sempre felice del cittadino con le istituzioni – e in particolare, verrebbe da presumere – con il sistema dell’esazione fiscale, quasi l’imprevedibilità e ineludibilità delle precipitazioni atmosferiche non facesse che aggravare le sofferenze di quanti si trovassero a dover fare i conti con tasse e imposte elevate, con in più l’“aggravante” dell’umidità.
Insomma un’affermazione apparentemente strampalata, in cui si reitera la lamentazione verso gli abusi di potere ovvero la corruzione e la disonestà dei governanti, cui si attribuisce perfino la responsabilità di un evento le cui cause sono da ricercarsi nella condensazione dell’acqua presente nelle nubi e nel gioco delle correnti: un’iperbole, o meglio una battuta umoristica in cui l’ineluttabilità del mal governo fa pendant con un inconveniente derivante dal clima.
Sono tanti i significati..
Piove governo ladro è un detto che vanta molte paternità; alcuni lo vogliono di origine contadina – quando il padrone in caso di pioggia pretendeva dal contadino una gabella più alta in quanto, a suo dire, il raccolto sarebbe stato maggiore. Altri lo fanno risalire al 1861, quando ai mazziniani torinesi saltò una dimostrazione a causa della pioggia. Il “Pasquino” (rivista satirica del tempo) pubblicò allora una vignetta rappresentante tre mazziniani sotto un ombrello con la didascalia: Governo ladro, piove! Piove, governo ladro, non è che uno dei tanti modi di dire che usiamo nel nostro parlare quotidiano. La nostra chiacchiera più o meno seria è disseminata di modi di dire e proverbi, di quella che un tempo si chiamava “saggezza popolare”.
Modi di dire e proverbi
Modi di dire e proverbi che hanno una loro nobiltà e che spesso, con la loro capacità di racchiudere in poche parole un concetto che non riusciremmo ad esprimere in una pagina, ci vengono in soccorso. Provate a spiegarvi un proverbio e vedrete quanto parole sarete costretti a usare. Spesso però questi proverbi ci facilitano un po’ troppo la vita e a volte rischiamo di parlare solo grazie a loro. L’arduo compito di giocare con questo materiale è affidato a due barboni a loro modo raffinati. Due barboni che un tempo, forse, sono stati qualcosa o qualcuno.
Tra suggestioni “beckettiane” – a partire dal celeberrimo “Aspettando Godot” tra i tanti modi di dire – i due personaggi si interrogano sulla realtà che li circonda. Al di là delle apparenze, attraverso l’enigma delle parole e nella loro follia e stravaganza affrontano temi cruciali come il senso della vita e le sorti dell’umanità.