CeDAC: DOMANI (domenica 23 agosto) h 20 a Nora “Arlecchin dell’onda” di e con Enrico Bonavera e con Barbara Usai: i Teatridimare di cajka al XXXVIII Festival La Notte dei Poeti – comunicato del 22.08.2020

Teatridimare di cajka al XXXVIII Festival La Notte dei Poeti

https://www.unicaradio.it/2020/08/cedac-da-venerdi-21-agosto-nellisola-dialoghi-degli-dei/

CeDAC Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna
XXXVIII Festival La Notte dei Poeti 19 > 30 AGOSTO 2020

Con la compagnia çàjka 20 Teatridimare  ’20 Arlecchin dell’onda di Enrico Bonavera con Enrico Bonavera e Barbara Usai andrà in scena questa
domenica 23 agosto alle ore 20 il festival nell’area archeologica di Nora – Pula (CA)

Enrico Bonavera

Nell’area archeologica di Nora a Pula “Arlecchin dell’onda” con Enrico Bonavera, autore e interprete insieme con Barbara Usai di un inedito “canovaccio”. Tutto  sulle (dis)avventure della celebre maschera. Con l’intento di «creare nuovi lazzi e monologhi, più attinenti al nostro mondo contemporaneo».
La pièce ispirata alle Fiabe Teatrali di Carlo Gozzi. Questo  soleva trasferire in Africa o in un misterioso Oriente i vari Pantalone o Brighella. In modo da  immergerli in atmosfere oniriche e favolistiche. Infatti racconta di un Arlecchino non più “servitor di due padroni” ma facchino nel porto di Genova . Qui a Genova dove ove è giunto in cerca di fortuna. Tra «un Pantalone mercante di nuovi schiavi, profittatore dei flussi migratori e un Capitan Matamoros. Questo, che abbandonato il suo cavallo si è imbarcato, credendosi novello pirata, su un peschereccio». Arlecchino lotta contro l’inesauribile fame mentre si dipanano i complicati destini di Pulcinella e Carolina.
«Tra racconti veri, veritieri o immaginari, musiche antiche e lazzi delle maschere, “Arlecchin dell’onda” . Pensato per il ventennale dei Teatridimare di çàjka. Infine si propone come uno spettacolo comico e commovente. Una divertita e amara riflessione sulle radici e le storie della nostra cultura mediterranea».

Il viaggio dei Teatri di mare

Sbarcano sulla penisola che chiude il Golfo degli Angeli. Presso l’antica “città sommersa” sulla costa sud-occidentale dell’Isola, i Teatridimare della compagnia çàjka . Un originale progetto di “navigazione teatrale a vela” con la direzione artistica di Francesco Origo, giunto alla ventesima edizione. Nata per condividere le fantasmagoriche avventure di una maschera, tra travolgenti monologhi e antichi e nuovi “lazzi”.

Il progetto di Arlecchin

“Arlecchin dell’onda” nasce con l’intento di rinnovare il ricco repertorio di “canovacci” su cui le attrici e gli attori costruivano le loro “commedie all’improvviso”. Pertanto rielaborando trame e situazioni per affascinare e divertire il pubblico con le loro performances tra azioni mimiche e virtuosismi acrobatici.  Parti canore e recitate, dando prova del loro talento e della loro arte. Seguendo l’esempio del veneziano Carlo Gozzi, fiero avversario della riforma goldoniana e dell’invenzione dei caratteri. Egli nelle sue “Fiabe Teatrali” mise in scena le più famose maschere italiane trasportandole in luoghi esotici e terre lontane, in Oriente o in Africa. Trasportando lo spettatore tra atmosfere fantastiche e oniriche. In un susseguirsi di inganni e tradimenti, metamorfosi e incantesimi . Enrico Bonavera crea per il “suo” Arlecchino nuove avventure che hanno come sfondo il Mar Mediterraneo – crocevia di popoli e culture.

Il tema ricorrente dell’opera

Il tema ricorrente (e immancabile) della fame trova qui inedite e moderne declinazioni  ed è proprio quella fame antica e insaziabile. Questa spinge l’intraprendente bergamasco (in cui si fondono i tratti popolari e grotteschi dello Zanni e elementi più inquietanti, bestiali o diabolici, della tradizione francese) a cercare nuove fonti di sostentamento. A condurre così Arlecchino fino al porto di Genova. Da qui partono le nuove rotte dell’immaginario. Poi il protagonista in mezzo a nuovi guai e pericoli, in gran parte derivanti da vizi e debolezze umane.

I personaggi stereotipati sono tanti e variegati

Si tratta dunque dall’avidità che contraddistingue da sempre il “nobile” Pantalone, uomo avaro e lussurioso (oltre alle varie intemperanze “amorose”) tanto che questi non esita a farsi mercante di schiavi.In nome dunque del profitto e pure il Capitan Matamoros. Un noto fanfarone e millantatore di imprese mai compiute, che stavolta decide di dedicarsi alla pirateria. Tra i personaggi dell’inedito “canovaccio” anche gli innamorati Carolina e Pulcinella. In una storia di migrazioni e separazioni in cui si fondono la favola antica e l’attualità così come nelle metafore della ricchezza e della povertà – specchio delle ingiustizie e delle disuguaglianze che dividono il mondo.

Il modello di Carlo Gozzi accompagna tutta la commedia

«E’da questa libertà di reinvenzione e di ricollocazione del mondo delle maschere – suggerita dall’opera di Carlo Gozzi.  Come sottolinea Enrico Bonavera che nasce l’idea di portare quei personaggi in nuove vicende e creare per loro nuovi lazzi e monologhi. Più attinenti al nostro mondo contemporaneo. In particolare, se esiste una strada aperta al contatto tra diverse popolazioni è proprio il mare Mediterraneo, culla perenne di culture diverse che nel tempo si sono incontrate, scontrate, contaminate e trasformate.

Capitan Matamoros e altri..

Ecco così che in “Arlecchin dell’onda” troviamo un Pantalone mercante di nuovi schiavi. Un profittatore dei flussi migratori, un Capitan Matamoros che, credendosi novello pirata, su un peschereccio, o un Arlecchino che, spinto dalla fame a cercare fortuna a Genova, lavora come scaricatore nel porto e altri ancora. Troviamo soprattutto Carolina e Pulcinella, separati dagli eventi ma ricongiunti da un tragico comune destino. Tra racconti veri, veritieri o immaginari, musiche antiche e lazzi delle maschere. “Arlecchin dell’onda” si propone come uno spettacolo comico e al tempo stesso commovente. Una divertita e amara riflessione sulle radici contraddittorie e le storie della nostra cultura mediterranea».

Una psicologia attenta ed un’attenzione accurata sull’introspezione

Focus su un’umanità inquieta e tormentata, attraversata da potenti passioni, con la pièce originale in cui tecniche e lazzi della “commedia dell’arte” . Infine illuminano una realtà nota e riconoscibile, seppure trasfigurata attraverso la fantasia. In bilico tra passato e futuro, tra interrogativi fondamentali sul significato dell’esistenza e sulle tracce di donne e uomini “perduti” (o ritrovati). Probabilmente volti all’inseguimento dei propri sogni e desideri.

Stasera in scena – sabato 22 agosto alle 20 a Nora

Un rito teatrale tra musica e poesia alle 20 nell’area archeologica di Nora per il XXXVIII Festival “La Notte dei Poeti” . Con i “Piccoli Funerali” di e con Maurizio Rippa. Si tratta di un atto d’amore, un ultimo addio tra la malinconia del rimpianto e l’emozione del ricordo per una partitura fatta di parole e musica. Dove la voce dell’attore e cantante dialoga con la chitarra di Amedeo Monda per costruire i piccoli (auto)ritratti di personaggi reali e inventati.

La storia

Un’antologia di storie, una galleria di volti, per riannodare il filo del destino o forse meglio per provare a lasciar andare coloro che sono stati verso il loro ultimo viaggio. Con un piccolo dono, una dedica personale, simbolo d’amicizia per offrire o offrirsi una catarsi, lenire il dolore e curare una ferita. «Questo è un lavoro su due sentimenti, uno d’amore, l’altro di odio – spiega Maurizio Rippa – Quello che amo: la passione e l’amore per il teatro sono arrivati subito. Provare mi piaceva da impazzire, ma esibirmi in pubblico mi provocava ansia e non poco spavento. Non ho mai smesso di “fare” teatro, ma ho escogitato un metodo per eliminare la paura: dedicare quello che faccio a qualcuno. Amo dedicare! – Quello che odio: Odio i funerali».

I prossimi appuntamenti  “Tracce nella città sommersa”

Il percorso teatrale nel sito archeologico di Nora scritto, diretto e interpretato da Rossella Dassu – in programma martedì 25 e mercoledì 26 agosto alle 19 (fuori abbonamento). Per un’indagine sulla storia e sui miti dell’Isola. «Si racconta che sotto la città di Nora anticamente sorgesse un Nuraghe. A destra la torre. A sinistra le terme»

Lo spettacolo

Lo spettacolo che intreccia le parole di Sergio Atzeni, Giulio Angioni, Michela Murgia, Maria Teresa Petrini e Marco Tullio Cicerone ripercorre a ritroso il cammino dei secoli. Passando infatti dalla modernità alla preistoria, per ritrovare le radici e l’identità. «Seguiamo le tracce e ritroviamo brandelli, sassi, cocci, schegge impazzite di ieri che con tenacia sono arrivate fino a noi per dirci che siamo il risultato di coloro che ci hanno preceduti. La premessa di coloro che saranno» ricorda Rossella Dassu. Le antiche civiltà e poi il susseguirsi delle dominazioni hanno impresso un segno che le “custodi del tempo” conservano.«Rivivendo come in un eterno ritorno la storia della notte dei tempi. Quando ancora i Nuraghes erano fortezze e il popolo dei sardi combatteva la sua guerra senza fine contro gli invasori, con i quali inevitabilmente finiva col confondersi, mutuandone usi, costumi e divinità».

La protagonista Isabella Ragonese

Isabella Ragonese è la protagonista di “Spiagge” – in cartellone giovedì 27 agosto alle 20 . Un’antologia di pagine “a tema” da cui emerge un affresco del Belpaese tra l’incanto delle coste, in un susseguirsi di litorali e scogliere, dove lo sguardo si perde tra le distese di sabbia e le acque cristalline. Nel susseguirsi di paesaggi mutevoli e di vertiginosa bellezza. Una fotografia dell’Italia alle soglie del terzo millennio dove i confini delimitati dal mare e le antiche vie d’acqua assumono nuovi e talvolta inquietanti significati.

L’emblema del mare

Il mare è «una condizione ed un luogo che caratterizza la vita e la società, il pensiero e le azioni degli abitanti. La scrittura ha spesso collocato in riva al mare spaccati di esistenze ispirati dalla divisione fra accessibile ed inaccessibile». “Spiagge” – con la voce di Isabella Ragonese (vincitrice del Nastro d’Argento per “La nostra vita” e “Due vite per caso”, nel cast di “Mio fratello rincorre i dinosauri”) – «è un viaggio emozionale guidato dalle parole sapienti e dalle visioni di alcuni fra i maggiori esponenti della letteratura, del cinema e del teatro del nostro paese. Attraverso le loro suggestioni memorabili ci restituiranno un ritratto della cangiante società dell’Italia contemporanea».

Il Mercante di Venezia di William Shakespeare, uno dei modelli

Si ispira a “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare il “Processo a Shylock” interpretato da Francesco Montanari – venerdì 28 agosto alle 20. Si confronta con la complessità del dramma elisabettiano dove «una libbra di carne umana è l’immagine che segna la vicenda e disegna un ponte tra la carne e il suo simbolo, l’oro». Il personaggio shakespeariano è di per sé un enigma, carnefice e vittima allo stesso tempo. Poi incarnazione di una passione per il denaro e bersaglio di scherno e d’odio, deciso a una crudele quanto assurda vendetta su colui che considera suo nemico. Al punto  da infrangere tutte le regole del vivere civile.

L’accompagnamento musicale è di Nico Gori e altri

Sulla note del clarinetto di Nico Gori (che ha curato la scelta delle musiche) e del basso di Massimo Moriconi, Francesco Montanari darà voce ai pensieri e ai sentimenti umanissimi come ai conflitti che affiorano dal testo nella riscrittura di Tommaso Mattei (da un’idea di Elena Marazzita). La trama si svolge su piani paralleli: «II mondo concreto di Venezia si contrappone al mondo mitico di Belmonte, ma i problemi degli uomini a delle donne che li abitano sono gli stessi. La malinconia d’amore, il valore del denaro, la scelta del proprio destino, la ricerca disperante di un equilibrio impossibile e di un’indefinibile felicità».

“Il Commissario Collura va in crociera” – ovvero “Storie note (e meno note) di Andrea Camilleri”

Per il reading di Donatella Finocchiaro con incursioni musicali di Andrea Gattico – in cartellone sabato 29 agosto alle 20 – per un omaggio al grande intellettuale e scrittore siciliano. «Nella prolifica produzione letteraria di Andrea Camilleri, dalle storie di Montalbano ai romanzi storici – si legge nelle note – brillano alcune perle meno note. Tra queste, infatti, una piccola serie di racconti dedicata al Commissario Collura. Un collega non meno affascinante del celebre commissario di Vigata anche se dalla ben diversa popolarità».

Il commissario Vincenzo Collura

Il commissario Vincenzo Collura, detto Cecé, non è «omo d’acqua ma di terraferma» eppure dopo esser stato ferito in un’azione di polizia, sceglie di trascorrere la convalescenza su una lussuosa nave da crociera. Qui svolgerà funzioni di commissario di bordo con l’aiuto del triestino Scipio Premuda. «Con lo stile lucido, tagliente e umanissimo cui Camilleri ci ha abituato, il nostro eroe sarà protagonista di una serie di brevi, godibilissimi e fulminanti racconti gialli.  La nave pertanto diventa teatro del mondo, e i suoi passeggeri si trasformano in” tragicomici personaggi della nostra assurda contemporaneità».

Solo Show” della cantante spagnola Silvia Pérez Cruz il 30 agosto

Suggellerà il cartellone del XXXVIII Festival La Notte dei Poeti – domenica 30 agosto alle 20 – l’intrigante “Solo Show” della cantante spagnola Silvia Pérez Cruz.  Proporrà un’antologia di brani nati dalla collaborazione con altri artisti e dalla contaminazione tra differenti linguaggi, dove la musica si intreccia con teatro, cinema, danza, pittura, fotografia, poesia.

 Silvia Pérez Cruz

La cantante e compositrice spagnola – ospite sul palco del Festival di Sanremo 2020, dove ha interpretato “Piazza Grande” di Lucio Dalla insieme a Tosca (dal duetto è stato tratto l’omonimo videoclip) . Compare nella colonna sonora di film come “La noche de 12 años”, “Intemperie” e “JOSEP”. Ha scritto le musiche di “Grito Pelao” di Rocío Molina e alcuni pezzi per il “Cyrano” con Lluís Homar. L’artista – vincitrice del Premio Goya nel 2012 e nel 2017 rispettivamente con “No Te Puedo Encontrar” e “Ai,ai,ai cerca de tu casa”

Le ultimi pubblicazioni dell’artista

Ha da poco pubblicato il nuovo album “MA. Live In Tokyo” con Marco Mezquida, a tre anni dal successo di “Vestida de nit”. Nel suo “Solo Show” Silvia Pérez Cruz canterà le sue canzoni più famose. Oltre a raffinate cover – da “Hymne a l’Amour” di Edith Piaf a “Estranha Forma de Vida” di Amália Rodrigues, alla celebre “Cucurrucucú Paloma” e a “Pequeño Vals”.

Il XXXVIII Festival La Notte dei Poeti

Il XXXVIII Festival La Notte dei Poeti è organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiBACT/ Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio e Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e del Comune di Pula – con il contributo della Fondazione di Sardegna.

La Compagnia çàjka

La Compagnia çàjka, fondata a Cagliari (Italia) nel 1999, dal 2001 ha percorso oltre 33.000 miglia di mare a bordo di una barca a vela. Portando i suoi spettacoli nei porti del Mediterraneo. Il progetto di navigazione teatrale a vela Teatridimare, giunto al suo ventesimo anno di vita, si conferma, per la sua unicità e originalità. Come veicolo possibile di interazione e di incontro con culture diverse: l’utilizzo e il potenziamento del binomio mare-teatro.

Il suo punto di forza

Il punto di forza della Compagnia çàjka, è un ponte possibile e ideale per uno scambio culturale tra diverse realtà internazionali. Così interpretando il mare come via di apertura verso nuove frontiere culturali. Nella stessa filosofia del viaggio, cardine dell’avventura teatrale di ogni tempo, vive il senso della ricerca dell’incontro e del baratto. In questo paradigma confluiscono e convivono sia la scelta coerente di considerare le arti della scena non come “zona esibitoria” fine a se stessa, ma come piazza di scambio e di sinergia con altre realtà culturali internazionali, sia l’apertura a dinamiche pedagogiche che rafforzino le possibilità di relazione, di crescita e di convivenza pacifica.

Il pubblico va al teatro e così viceversa

Nei Teatridimare la formula tradizionale “il pubblico va al teatro” si capovolge e diventa “il teatro va al pubblico”. I luoghi quotidiani, (porti, banchine, corti, piazze, strade, ecc.), trasformati in spazi extraquotidiani dell’evento festivo, si aprono ad un pubblico eterogeneo per provenienza, età e cultura. E’ un baratto culturale attraverso il quale i centri costieri riscoprono la loro identità originaria, laddove i porti tornano ad essere spazi vissuti. Non solo come ripari ma anche come luoghi di incontro, di scambio e di emozione. La dinamica del progetto vive della capacità di inventare, adattare e inserire momenti spettacolari all’interno degli spazi architettonici testimoni delle culture locali.
Il nostro obiettivo è quello di aprire ad una più larga fascia di pubblico non solo il teatro e le arti della scena, ma anche la cultura del mare, vissuta come esperienza diretta di vita, di rispetto dell’ambiente e di incontro civile.

Teatridimare

E’ un progetto permanente che non si esaurisce solo nella fase di “navigazione-teatrale” e nella circuitazione degli spettacoli.  Si sviluppa sopratutto verso una serie di interventi destinati a costruire percorsi paralleli. Con azioni che coinvolgano direttamente altri soggetti operanti sul territorio e le popolazioni locali. E’ una fabbrica teatrale viaggiante che parte dall’ idea di una creatività condivisa dove si coniugano linguaggi diversi di teatri diversi. Dove poi si tracciano processi di scambio tra professionalità specifiche. Anche mediante l’attivazione di workshop e stage indirizzati sia a professionisti della scena sia al pubblico (adulti e bambini), dove lo studio delle tecniche e delle dinamiche del teatro si fonde con la straordinaria arte del vivere.

About Sarah Mameli

La mia più grande passione è la musica e studio flauto traverso da quando ero piccola. Dopo gli studi presso il Liceo Classico "G. Asproni" di Nuoro ho intrapreso il percorso universitario presso il corso di laurea in Beni Culturali e Spettacolo e presso il Conservatorio di Musica di Cagliari.

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