In scena PESTICIDIO, nuova produzione del Cada Die Teatro
Weekend intenso per il NURARCHEOFESTIVAL. La rassegna organizzata dal Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri, giunta alla XII edizione con il sottotitolo di Viaggio in Sardegna. Patrimonio storico e culturale dell’Isola e teatro si sposeranno questa volta nell’area archeologica di S’Arcu ‘e is Forros a Villagrande Strisaili. Pesticidio, nuova produzione del Cada Die Teatro, in scena sabato 29 agosto, alle 20.
Uno spettacolo di Pierpaolo Piludu e Andrea Serra, che vede protagonista lo stesso Piludu; la voce fuoricampo di Lia Careddu; con la regia di Alessandro Mascia; la collaborazione di Franzisca Piludu e la consulenza scientifica di Giampietro Tronci e Luigi Usai. (Direzione tecnica e luci di Giovanni Schirru; realizzazioni sceniche di Marilena Pittiu e Mario Madeddu; documentazione video di Andrea Mascia, organizzazione di Tatiana Floris).
La storia
Bachisio è un anziano contadino: un uomo buono, semplice, fortemente legato alla sua terra. Racconta la sua storia a un comitato nato per difendere altri contadini, vittime, come lui, di “Bentulare”. Ovvero una grande impresa che sta acquistando enormi appezzamenti di terreni in tutta la Sardegna per coltivarli in maniera intensiva. Per alcuni mesi suo figlio Michelangelo, laureato in agraria, si è incontrato con diversi amici (un ingegnere, un ricercatore del CNR, un professore universitario di Botanica e il responsabile di un’azienda di edilizia biologica) per studiare come rinnovare l’azienda di famiglia. Cercando di coniugare le antiche conoscenze agricole dei suoi nonni con la ricerca scientifica e la produttività, in un contesto rispettoso della natura. Sono nate così una casa e un’azienda ecologiche, autosufficienti dal punto di vista energetico; capaci di trasformare in ricchezza quasi tutti gli scarti. Un possibile modello per tanti giovani e tanti altri agricoltori.
Ma Bachisio, purtroppo, sta vivendo giorni di grande dolore. Maria Grazia, la moglie (a cui regala la voce Lia Careddu), è ricoverata in ospedale a causa di una grave crisi respiratoria e Michelangelo è rinchiuso nel carcere di Uta. Qualche settimana prima, Bachisio e suo figlio avevano chiesto con insistenza ai responsabili di “Bentulare” di non irrorare con pesticidi i campi attigui ai loro, per non inquinare le produzioni biologiche. Ma gli operai dell’impresa avevano proseguito, imperterriti, il loro lavoro. Michelangelo aveva così deciso di utilizzare qualunque mezzo per porre fine a quella situazione, soprattutto perché sua madre, quando l’odore acre dei pesticidi entrava dentro la loro casa, non riusciva più a respirare. Il racconto di Bachisio al comitato si fa, via via, sempre più appassionato e diventa una dichiarazione d’amore alla giustizia, alla Terra e all’amore stesso.
Alle 18.30 è prevista la visita guidata all’area archeologica di S’Arcu ‘e is Forros.
Domenica 30 agosto al Parco della Stazione ferroviaria di Elini
Domenica 30 sarà il Parco della Stazione ferroviaria di Elini ad accogliere, alle 21, DEINAS. Di Clara Murtas, con Rita Atzeri, Gisella Vacca, Manuela Ragusa e con Marta Gessa, Daniela Vitellaro, Patrizia Littera, Claudia Argiolas, la danzatrice Erica Fadda e il polistrumentista Nicola Agus(produzione firmata Il crogiuolo). Una sintesi dei miti della Dea madre, dei miti classici greci e degli elementi loro espressione all’interno della cultura popolare sarda. Con il nome di Deinas la tradizione popolare dei paesi della Barbagia indica le indovine, alle quali attribuisce relazioni con il mondo occulto e quindi divino.
E tra le isole mediterranee la Sardegna, terra del mito della Grande Madre, è forse quella che ha conservato nel presente le tracce più profonde del sentimento di venerazione per il divino femminile. Le attrici si fanno narratrici e interpreti delle manifestazioni del femminile nella cultura mediterranea. Si incontrano, si scontrano, utilizzando i testi dei miti della creazione, da quelli più antichi a sfondo materno a quelli olimpici e, ancora, ai miti archetipici della drammaturgia greca. Con toni a tratti ironici o tragici, spaziando dai classici greci alle tradizioni popolari sarde, raccontano le radici e i frutti di una cultura che dal dominio della Dea Madre passò a quello degli Dei dell’Olimpo in Grecia e al Sardus Pater in Sardegna.