Davide Mariani, classe 1985, Storico dell’Arte, diventa direttore del Museo Stazione dell’Arte fondato da Maria Lai nel 2006
Le opere di Maria Lai attraverseranno ogni barriera fisica e intellettuale. Una mostra che è esperienza multisensoriale, concepita per favorire un nuovo approccio all’arte e nutrire la curiosità dei visitatori. La Nuova esposizione si trova alla Stazione dell’Arte di Ulassai e si chiama Fame d’infinto, e si tratta di un’esposizione permanete.
I punti di forza dell artista Maria Lai
“Uno dei punti di forza di Maria Lai è l’estrema attualità della sua poetica. Maria Lai ha lavorato per tantissimi anni, e lungo tutto il suo percorso si è sempre occupata di una questione che le stava molto a cuore: avvicinare l’arte alla gente. Lei ha studiato a Roma nel 1939 e poi si è trasferita a Venezia nel 1943 dove ha seguito le lezioni di Arturo Martini. È riuscita in un’impresa che all’epoca sembrava quasi impossibile per una donna. Questa sua grande tenacia nel voler proseguire in un percorso artistico in maniera rivoluzionaria. Infatti le opere di Maria Lai hanno sempre puntato ad ambire a una dimensione universale”.
Varie fasi artistiche di Maria Lai
“Durante il suo percorso Maria Lai ha attraversato varie fasi artistiche Inizia come scultrice sotto la guida di Arturo Martini, poi si da alla pittura, al disegno, per passare alla metà degli anni 60 all’arte povera. Maria Lai verso la fine degli anni 60, dà forma a una serie iconica che sono i telai e poi da lì passerà ai libri cuciti, alle sperimentazioni con il pane. Durante il suo percorso ha impiegato tantissime tecniche e puo essere definita come un’artista concettuale”.
Il coinvolgimento degli abitanti di Ulassai
“Maria Lai con gli abitanti di Ulassai ha sempre avuto un rapporto molto fecondo. L’opera più celebre: Legarsi alla Montagna, nasce proprio dal coinvolgimento di tutto il paese per la creazione di un’opera. Da quel momento, il 1981, Maria Lai continuerà a mantenere dei rapporti sempre intensi con gli abitanti di Ulassai anche per la creazione di alcune delle sue opere. Oggi che Maria Lai è riconosciuta come un’artista internazionale e che nel 2006 ha fondato il museo Stazione dell’Arte è un personaggio affascinante che viene vista con ammirazione. Magari all’ inizio c’era un po’ di sospetto nei confronti dell’arte contemporanea. Un piccolo paese della Sardegna con 1400 abitanti al quale viene chiesto di parteciapare a un’opera performativa, cioè di legare tutte le case del paese con 26 chilometri di nastro celeste alla montagna, ovviamente quando ricevono questa proposta rimangono un po’ sbigottiti. L’arte contemporanea non è più un elemento estraniante in un contesto periferico della Sardegna ma un elemento in cui gli abitanti si riconoscono”
Un percorso tattile rivolto particolarmente al pubblico non vedente
” Maria Lai sosteneva che nella scelta dei materiali diversi anche l’occhio poteva cogliere queste differenze. Quindi il velluto piuttosto che il cotone. Tutte queste stoffe che lei amava utilizzare creavano un elemento tattile. Si è scelto di selezionare le opere più significative del percorso artistico di Maria Lai per poter consentire in primo luogo a un’utenza di non vedenti, ipovedenti ma anche a tutti i visitatori la possibilità di toccare delle riproduzioni fedeli delle opere dell’artista per cogliere degli aspetti anche inediti. Oggi per questione di conservazione non possono più essere toccate. La mostra nasce con uno spirito inclusivo, uno spirito che vuole far sì che le persone abbiano un’esperienza multisensoriale a 360 gradi. Quando abbiamo ripensato al percorso espositivo lo abbiamo fatto in un’ottica che fosse in grado multisensoriale. Quindi opere non solo da vedere ma anche da toccare e ascoltare. Un percorso cronologico e tematico.